Aversa. Drogamarket in città, orari di apertura e stupefacenti nascoste in lattine

Emergono ulteriori interessanti dettagli sulla brillante operazione, “WINEHOUSE” eseguita dai Carabinieri del Comando di Aversa diretti dal Maggiore Antonio Forte e dal sempre solerte Tenente Adolfo Donatiello e dal tenenente Flavio Annunziata, che hanno dato esecuzione ad una maxi ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP Isaballa Confortini, nei confronti di 15 indagati, di cui 8 arrestati, 6 finiti ai domiciliari e uno con l’obbligo di firma, nell’ambito delle indagini coordinate dai PM Claudia Maone e Valeria Palmieri dalla Procura di Napoli Nord, nelle principali piazze di Aversa, dove continua a proliferare il fenomeno dello spaccio di stupefacenti.

Completamente smantellata una delle “imponenti piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti, dove i pusher organizzati in un sistema criminale ben congeniato, nelle zone C.so Bersaglieri angolo via Gallo del coune di Aversa, in piazza Giovanni XXIII, e in via Belvedere in direzione via Roma strada antica portoncino sulla sinistra sede della drogamarket. I pusher vendevano le sostanze stupefacenti, principalmente nelle zone della movida, come via Seggio, in un appartamento trasformato in drogamarket, così articolato, da un portoncino dal quale vi era una finestrella dove avveniva il commercio, inoltre l’intera area era ben videosorvegliata, all’interno i pusher controllavano l’attività e i movimenti sulla strada, e l’attività “commerciale illecita, paradossalmente aveva in un orario ben preciso di apertura che andava dalle 20:00 alle ore 3:00 del mattino e il sabato si prolungava fino alle 5:00, come è emerso dall’attività d’indagine effettuata dai militari di Aversa, che si è sviluppata tra il febbraio e ottobre 2016 ed ha riguardato un gruppo di soggetti che per proprio conto gestiva le piazze di spaccio della zona e controllavano, le medesime insediate sul territorio.

lattina-1La figura di spicco è Carobene Luigi, del cosidetto capozona, sembrerebbe fosse lui a gestire il traffico e ad assegnare i compiti agli altri spacciatori, il tutto con la complicità di Daniele Salvatore e di molte donne imparentate con gli indagati, finite in manette anch’esse. Inoltre dalle indagini sono emerse delle peculiarità su come i pusher cercavano di camuffare la droga, specie cocaina ed eroina, in una lattina di cocacola o pepsi, modificata ad arte, nella quale si celava lo stupefacente, ma all’esterno sembrava una normale lattina. Le indagini ora sono volte a scoprire i fornitori all’ingrosso degli stupefacenti, i sospetti già ci sono, e nei prossimi giorni ci potrebbero essere altri numerosi arresti. Il territorio aversano da tempo è divenuto nota come piazza di spaccio e traffico di stupefacenti, per i giovani della movida che in migliaia affollano le strade cittadine nei pressi di locali, e piazze cittadine. Giovani provenienti non solo dai comuni dell’Agro Aversano, ma anche da quelli dell’hinterland napoletano con l’obiettivo di sballarsi e trascorrere una notte diversa ed è questo l’aspetto più grave, che i consumatori sono tantissimi e spesso provengono da famiglie benestanti, ricche,ci sono anche minorenni e nessuno dei familiari li controlla.

Telecamere che hanno documentato decine di episodi di cessione della droga, il codice utilizzato dagli spacciatori telefonicamente per indicare sia quantitativi che tipologia erano le “bottiglie di vino” da qui il nome dell’operazione “WINEHOUSE” “Casa del Vino” e controlli a tappeto dei clienti hanno permesso di individuare i ruoli di ciascuno. Sotto gli occhi umani ed elettronici dei validi e solerti carabinieri diretti dal tenente Donatiello, sono passate centinaia e centinaia di cessioni di cocaina. I soggetti destinatari della misura cautelare sono risultati, secondo l’impianto accusatorio gestivano, con modalità innovative rispetto a quelle finora note alle cronache giudiziarie, le piazze di spaccio. I servizi di osservazione e le testimonianze di alcuni consumatori-clienti dei pusher, hanno consentito di documentare come l’attività di spaccio fruttasse al sodalizio criminale migliaia di centinaia di euro. I militari a conclusione di una preminente attività info-investigativa, hanno potuto osservare come il gruppo criminale, sfruttando un meccanismo ben congegnato, vendeva droga ai clienti di turno.

Christian de Angelis

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