Il Consiglio Regionale respinge la mozione di sfiducia al Presidente De Luca
Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Rosa D’Amelio, ha respinto con 32 voti contrari (49 votanti, 17 favorevoli) la mozione di sfiducia al Presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, presentata dal Rappresentante dell’opposizione di centrodestra Stefano Caldoro e dai gruppi regionali del centrodestra.
“La vittoria del no al referendum, soprattutto nel Sud e in Campania, ha cambiato lo scenario politico perché, in Campania, il no ha vinto con il 70% e, quindi, è una stata una totale bocciatura politica della Giunta De Luca, una valanga di no determinata non solo dalle motivazioni referendarie, infatti la sanità peggiora, peggiorano i trasporti, aumentano la disoccupazione e la povertà, e la vittoria del no ha dimostrato che la Giunta regionale ha raccontato ai campani una realtà che non c’è così come ha fatto Renzi all’Italia”– ha detto Caldoro che ha anche sottolineato che “le dimissioni dell’ex premier hanno salvato coloro che, come De Luca, si sono esposti in prima linea per il si’”. “Il sì non avrebbe potuto vincere perché il Pd è sondato al 30 per cento e voler addossare al presidente della Regione la sconfitta del governo è sbagliato perché è stato Renzi a collegare gli esiti del referendum alle sue sorti politiche – ha detto il vice presidente vicario del Consiglio regionale Tommaso Casillo – che ha ricordato: “il presidente De Luca ha vinto le ultime elezioni regionali perché ha assunto degli impegni precisi che ha mantenuto e la popolazione lo ha apprezzato per questo. Su alcuni passaggi della mozione, che riguardano dichiarazioni che rappresenterebbero un presunto voto di scambio, voglio ricordare le affermazioni del sindaco di Amatrice che ha riconosciuto a Renzi di aver mantenuto le promesse per le aree terremotate, sarebbe incredibile se certe dichiarazioni rese da un amministratore locale, da un uomo delle istituzioni, che si attiva per la risoluzione di tanti problemi dei territori, venissero così assurdamente interpretate”.
“Il centrodestra non è convinto delle mozioni che presenta – ha detto la portavoce del M5S Valeria Ciarambino – . il governo De Luca verrà ricordato come il governo dei record negativi: ultimi nella sanità, nei trasporti, per l’occupazione, per la povertà. Ben due mozioni di sfiducia contro il presidente della giunta regionale in un solo anno sono un fatto grave per De Luca. L’ultima mozione di sfiducia se l’è scritta da solo quando, in un hotel di Napoli con trecento amministratori, come risulta dall’audizione della registrazione, ha espresso delle parole agghiaccianti e ha praticamente indotto al voto di scambio per ottenere il sì al referendum proponendo lo scambio tra la Costituzione e le clientele. Il 70 per cento di elettori campani – ha sottolineato Ciarambino – ha, invece, votato no e hanno bocciato De Luca e il ‘deluchismo’. Il popolo campano ha già sfiduciato il presidente della Regione, anche nelle sue roccaforti, e la realtà campana, disastrosa nella sanità, nei trasporti, nella vivibilità, nell’economia, lo ha sfiduciato. Oggi siamo particolarmente fieri di essere campani e la nostra Campania, nata dal voto referendario, non è rappresentata da De Luca”.
“Ho apprezzato molto il tono del collega Caldoro perché ha aperto ad una riflessione politica sul voto referendario e non apprezzo, invece, i toni della collega Ciarambino – ha detto il consigliere questore alle finanze Antonio Marciano (Pd) – che ha aggiunto: “certamente siamo ancora di fronte a grandi difficoltà economiche ma non dimentichiamo che proprio Caldoro e la proposta politica di centrodestra è stata bocciata alle ultime elezioni regionali a riprova del giudizio negativo del popolo. La verità è che eravamo ultimi per i livelli essenziali di assistenza, nei trasporti, nella spesa dei fondi comunitari, per il livello più basso di pil, per la scarsa scolarizzazione e per il calo delle immatricolazioni universitarie, era questa l’eredità lasciata da chi ci ha preceduto” – ha evidenziato Marciano – che ha sottolineato: “noi utilizziamo e rilanciamo questa occasione di confronto nella certezza che noi stiamo seguendo la rotta giusta per la Campania, per la semplificazione, per la crescita, per lo sviluppo, per il lavoro”. Per l’esponente del Pd “nessuno può intestarsi la vittoria del no al referendum, perché è una vittoria del popolo che ci colloca in un’Italia certamente diversa, un voto che ha riguardato la Spagna, la Gran Bretagna, l’America dove ampie fasce della popolazione si sono ribellate alla globalizzazione e ai frutti di quelle politiche liberiste di destra che hanno provocato povertà e disoccupazione”. “E’ un dato di fatto che Salerno precipita sempre più in basso nelle classifiche nazionali e che la mala gestione del governo regionale abbia prodotto la forte bocciatura della riforma costituzionale in Campania – ha detto il capogruppo di FdI, Alberico Gambino, che ha aggiunto: “sono immense le ‘balle’ che vengono raccontate ai campani sul miglioramento delle condizioni di vita della Campania, basta pensare alla sanità che fa registrare una forte percentuale di migrazione dalla Campania verso altre Regioni, basta pensare al pesante tasso di migrazione dei nostri giovani verso altre regioni. Il popolo, soprattutto nel Sud e in Campania, è stanco di ‘elemosinare’ lavoro e una vita normale, questo ha voluto dirci la forte vittoria del no”.
“E’ la prima volta che partecipo ad una riunione in cui tutti si assumono il risultato referendario senza approfondire l’analisi di questo voto che è il più libero che possa esistere e, aver riportato alcune dichiarazioni, seppur infelici, del presidente De Luca, come condizionamento di questo voto è assurdo e sbagliato” – ha detto il capogruppo di Campania Libera, Psi, Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli – che ha sottolineato: “queste mozioni di sfiducia sono prive di presupposti e vengono utilizzate per mortificare l’istituzione perché non c’è alcun tema in esse che riguardi l’attività amministrativa dell’ente. Sono certo che, se il centrodestra continua così, non garantirà una buona attività politica nemmeno per i propri elettori”. “Ciò che ci sta a cuore è che la Campania vada avanti e infatti sono tante le azioni virtuose che abbiamo messo in campo, come l’incremento del fondo delle disabilità, l’acquisto di dodici treni destinati alla linea 2, il piano di sorveglianza per il centro storico di Napoli, solo per citarne alcune, è chiaro che, dopo i disastri degli anni scorsi, ci vogliono anni per vedere i risultati – ha evidenziato il capogruppo di De Luca Presidente Carmine De Pascale – ed anche l’opposizione dovrebbe contribuire a questa azione costruttiva evitando di impegnare l’istituzione su discussioni sterili”.
“Spiace che Caldoro abbia edulcorato la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra nei confronti del presidente della Regione, totalmente bocciato dai campani con il no al referendum” – ha detto la consigliera Maria Muscarà – che ha evidenziato: “nella sanità l’emergenza barelle è esplosa, vengono acquistati mezzi di trasporto vetusti dalla Polonia mentre tutte le altre città puntano su mezzi ecologici antinquinamento, la Campania è ultima per occupazione e prima per povertà”. La consigliera del M5S si è anche soffermata “sull’iniziativa, su cui l’Agcom ha aperto un procedimento, tenuta alla Mostra d’Oltremare a Napoli sul Mezzogiorno, finanziata con denaro pubblico e tesa alla propaganda politica per il si’. “Ricorrere ad uno strumento così forte come la mozione di fiducia e poi orientare la discussione, come ha fatto Caldoro, in un’altra direzione, significa tenere bloccato il Consiglio su un tema che non interessa affatto i campani – ha sottolineato il consigliere Tommaso Amabile (Pd) – , il documento relativo alla registrazione delle affermazioni del presidente De Luca che è alla base della mozione non è certificato nella sua autenticità ed evidenzia la volontà di tenere il Consiglio bloccato in una discussione meramente politica senza costruzione”. “Qualcuno fa analisi del voto referendario ma il contenuto della mozione è un altro” – ha sottolineato Luigi Cirillo (M5S) – che ha ricordato l’Agcom, che è un autorità indipendente,” ha sancito che le affermazioni del Presidente De Luca hanno violato la par condicio sul referendum”.
Nel corso della sua lunga e appassionata replica, il Presidente della Regione, Vincenzo De luca, ha detto, tra l’altro: “prendiamo atto che chi ha presentato la mozione di sfiducia in realtà non voleva sfiduciare il Presidente ma voleva fare propaganda, io mi vergognerei di presentare una mozione di sfiducia che non persegue gli obiettivi per cui è prevista, ovvero le dimissioni del presidente, lo scioglimento del Consiglio regionale e il blocco dell’azione amministrativa. Invito la maggioranza a valutare questo uso improprio della mozione di sfiducia e, se si ricorre alla mozione di fiducia per avere un dibattito politico, allora adottiamo il metodo del voto di fiducia sempre, io sono pronto” – ha detto il presidente della Regione, che, entrando nel merito dei contenuti della mozione, ha sottolineato che “in un paese in cui si ‘digerisce’ tutto, su una battuta ironica e goliardica, con la quale si voleva motivare su un referendum che non suscitava entusiasmi, si sono costruite pagine e pagine di giornali e di polemiche. Non vi vergognate a proporre il blocco istituzionale e amministrativo della regione per una battuta goliardica?”, ha chiesto il presidente della Regione ai consiglieri dell’opposizione. Per quanto riguarda il risultato referendario, De Luca ha evidenziato che “aver bocciato il referendum ci consente di difendere il nostro ‘livello salariale’ perchè, lo ricordiamo, nella riforma c’era una norma che tagliava le indennità dei consiglieri regionali e le spese dei gruppi, quindi vanno ringraziati tutti i gruppi di opposizione che hanno fatto questo ‘regalo’ ai consiglieri regionali d’Italia”. Infine, sulla precedente amministrazione regionale, De luca ha detto, tra l’altro, che “il governo regionale che ci ha preceduto è stato il governo del nulla, nella sanità, nei trasporti, nella cultura, nelle politiche sociali, quando ci siamo insediati avevamo di fronte a noi un disastro, non c’era un solo atto di programmazione definito sui fondi comunitari, tutti i cantieri erano bloccati, un disastro totale nella sanità e nei trasporti; in particolare sulla sanità, dal nostro insediamento, si è fatto un lavoro eccezionale, perché in questo settore avevamo solo un equilibrio di bilancio costruito sulla pelle di 14 mila dipendenti della sanità in meno”.