Referendum e gesto dell’ombrello
Un tempo, quando governava il vecchio pentapartito e noi giovani ci avvicinavamo alla politica attiva, la prima regola che apprendevamo era il rispetto dell’avversario e delle ideologie che erano alla base della scelta partitica di ciascuno. Sottolineo “avversario” e non nemico da abbattere e uccidere a qualunque costo, come se si fosse in una guerra senza esclusione di colpi. Personalmente questo valore l’ho tenuto sempre ben fermo nelle mie attività, da docente, da professionista e da pubblico amministratore oltre che, ovviamente, da cittadino. E’ giusto da parte di chi ha combattuto una battaglia ideologica, a difesa della Carta costituzionale, gioire e festeggiare ma perché lasciarsi andare al gesto dell’ombrello, accompagnato da turpiloquio, con l’aggravante di non considerarlo neppure come un momento d’esultanza privato ma decidere scientemente di pubblicarlo in rete come se si trattasse d’un evento da propalare e far conoscere anche alle future generazione. Davvero un brutto esempio, specialmente da parte di chi, per il ruolo ricoperto di dirigente scolastico, dovrebbe occuparsi e preoccuparsi dell’educazione dei giovani.
Gennaro Capodanno