La Storia di Aversa. Credenze e tradizioni: “‘o viento ‘e San Paulo”
Come vuole la tradizione, il 25 Gennaio si rinnova la processione in occasione della Conversione di San Paolo, Patrono della Città di Aversa.
La conversione infonde in San Paolo una fede che lo rende animoso missionario, accende nella sua anima un ardore di carità che lo fa sollecito di tutte le chiese, gli dona la forza di essere nella parola e nella vita un fervido testimone del Vangelo.
Sono questi i tratti esemplari per la vita di ogni autentico discepolo di Gesù Cristo. Il santo si convertì al cristianesimo sulla via di Damasco.
Si può affermare con fondatezza che Aversa è un territorio ‘paolino’ oltre che ‘mariano’, senza dimenticarci della Madonna di Casaluce, venerata come Patrona di Aversa attraverso una piccola icona presumibilmente di epoca bizantina.
I CENNI STORICI
La vicenda terrena di Saulo (poi Paolo) di Tarso è particolarissima. La prima testimonianza certa che attesta il passaggio del santo in campania, riguarda l’antichissima Città di Pozzuoli, dopo il soggiorno ”puteolano”, l’apostolo si diresse verso Roma.
Durante il viaggio a piedi, la tradizione tramanda che Paolo passò attraverso l’attuale territorio aversano, predicando la parola del Signore.
Difatti, quando i normanni arrivano nell’agro aversano, trovano un villaggio denonimato “Sancte Paulum at Averze”.
Diverse personalità si sono distinte nei secoli per il culto del glorioso apostolo. Di raffinatissima fattura risulta essere il busto in argento paolino, attribuito a Giovan Domenico Vinaccia: architetto, ingegnere, scultore e orafo italiano.
La sua bottega era una delle più prolifiche del XVII secolo a Napoli, realizzerà il paliotto dell’altare maggiore nella Cappella del Tesoro di San Gennaro e non solo.
“‘o viento ‘e San Paulo”
Senza trascurare l’importanza religiosa dell’evento, un fenomeno particolare vuole verificarsi qualche settimana prima della tradizionale processione, evento che la città di Aversa e gli aversani chiamano “‘o viento ‘e San Paulo”, difatti, se per qualche ragione un forestiero si trova a passare per Aversa, può notare come in questo periodo le condizioni metereologiche siano incerte e variabili: nuvole e pioggia, alternate a schiarite, e sopratutto forti raffiche di vento.
I più, potrebbero affermare con lecito scetticismo, che questi disturbi siano semplicemente legati a fenomeni atmosferici ma, per l’aversano, simboleggiano molto di più.
Rappresentano una costante, un rituale che si perpetua da secoli, un segno tangibile della potenza del loro patrono.
di Luigi Cipullo