Flixbus e taxi, Carloni: “Due facce dello stesso problema. No a violenze”
“La protesta dei taxi, e la vicenda Flixbus, sono due facce della stessa medaglia: l’inadeguatezza del nostro Paese ad affrontare un cambiamento inevitabile”. E’ quanto afferma Anna Maria Carloni, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Trasporti della Camera.
“Il processo di apertura di mercati un tempo più tutelati, come quello dei taxi o dei bus, è inarrestabile: lo dimostrano gli stati europei ed extra-europei. Il problema”, continua l’onorevole, “è nella risposta che si dà a questi fenomeni, che dovrebbe segnare un salto di qualità, un disegno complessivo, non frutto di singoli interventi, magari inseriti in dispositivi legislativi non direttamente connessi alla materia”.
“Vi è dunque”, afferma la Carloni, “la necessità di accompagnare i cambiamenti, di guidarli, di concordarli quando necessario. Al contempo, sono intollerabili le forzature, in un senso o nell’altro. Ad esempio, è inspiegabile quanto è accaduto al Senato, con l’inserimento nel Milleproroghe di un emendamento, per di più presentato dall’opposizione, che blocca la concorrenza nel mercato dei bus, motivo per il quale ho firmato un emendamento abrogativo”.
“Sui taxi, invece, un tavolo è già stato aperto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Chi non vi si siede”, sottolinea la deputata campana, “ma preferisce aizzare le folle, si mette fuori dalla dialettica democratica, e mai come in questo caso, anche fuori dalla storia dell’economia. Sono intollerabili le immagini dell’assalto alla sede nazionale del Partito Democratico, nonché l’avere un’intera città sotto scacco.”
“Infine”, conclude la Carloni, “è veramente triste vedere la sindaca di Roma, Virginia Raggi, tutelare chi promuove il blocco della sua città, con la presa in ostaggio di migliaia di cittadini, e le relative violenze. E poi, non erano proprio i Cinque Stelle i nemici delle caste, i pro-digitalizzazione e pro-liberalizzazioni? Che fine hanno fatto tutti quei proclami? Che fossero solo strumentali ad una lotta politica fatta di annunci, e quasi mai di contenuti?”