Teverola. Corruzione, archiviazione definitiva per Stefano Graziano: “Finisce incubo”
Si chiude definitivamente la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il consigliere regionale PD della Campania Stefano Graziano: il Giudice per le indagini preliminari della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Ivana Salvatore, ha emesso il decreto di archiviazione per l’ipotesi accusatoria di corruzione elettorale, accogliendo la richiesta formulata dal Pubblico Ministero, Carlo Fucci e vistata dal Procuratore capo, Maria Antonietta Troncone. Il provvedimento arriva dopo che lo scorso settembre la Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva escluso l’ipotesi di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, trasmettendo gli atti alla Procura di Santa Maria Capua Vetere al fine di consentire una ulteriore verifica giudiziaria sulla presunta violazione della legge elettorale.
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Graziano, all’epoca presidente del Partito Democratico in Campania, aveva avuto ampio risalto sui media nazionali, alla vigilia della campagna elettorale per le amministrative.“È la fine di un incubo, una vicenda che ho affrontato con dolore, ma con la convinzione che la giustizia mi avrebbe dato ragione, come è accaduto. Voglio esprimere la mia gratitudine ai magistrati per la celerità con cui è intervenuto il provvedimento definitivo che esclude in maniera netta il mio coinvolgimento nella vicenda oggetto di indagine” ha dichiarato Graziano, che ha aggiunto “Spero che la vicenda che mi ha visto coinvolto costituisca un elemento di riflessione per i media, affinché possano valutare con attenzione l’impatto che fatti del genere possono avere sulla reputazione di chi viene coinvolto, soprattutto se, come me, risulta assolutamente innocente”. I legali di Stefano Graziano, avvocati Antonio Villani, Loredana Violi e Michele Cerabona, hanno dichiarato: “Ora che è stata restituita l’integrità morale al cittadino Stefano Graziano, si provvederà in ogni sede ad attivare tutte le iniziative necessarie per tutelare la sua reputazione intaccata da una campagna mediatica gravemente denigratoria”