Agriturismo, Coldiretti Campania e Terranostra: ‘Legge per difendere la concorrenza sleale’

Terranostra e Coldiretti Campania hanno presentato ieri alle Istituzioni e ai soci la proposta di modifica alla Legge regionale 15/08 sulla disciplina dell’agriturismo e al successivo regolamento. L’obiettivo condiviso in un processo partecipativo “dal basso” è stato spingere la valorizzazione del vero agriturismo in Campania, mettendo un argine alla concorrenza sleale e alla perdita di credibilità che questo importante comparto agricolo rischia di subire a causa del mancato rispetto delle regole e di un sistema di controlli che fino ad oggi non ha funzionato.

Tra le proposte – si legge nel documento presentato – vanno evidenziate: la riformulazione delle finalità con l’inserimento del concetto di “multifunzionalità” e della previsione di un efficiente sistema di controlli; l’esercizio in forma familiare dell’agriturismo fino ad un massimo di dieci ospiti; la non equiparazione a ristoranti ed altre attività ricettive; la trasformazione dell’archivio regionale in registro con verifica del possesso del fascicolo agricolo; l’inserimento di un corso iniziale per i nuovi operatori e di un programma di formazione professionale continua; il ricorso alla semplificazione amministrativa per le pratiche di accesso; controlli stringenti sull’uso improprio della denominazione agriturismo; l’obbligo di esporre al pubblico la lista delle aziende agricole fornitrici dei prodotti non realizzati in proprio; la deroga al vincolo dei prodotti territoriali in caso di calamità naturali e per periodi determinati; la valutazione della ruralità dei locali e dei metodi tradizionali di lavorazione nei controlli sanitari; i controlli annuali a campione sul 10% degli agriturismi; il ruolo dell’agriturismo nello sviluppo dell’agricoltura sociale; il trasferimento dei poteri di controllo dalle Province ai Comuni; la riformulazione delle percentuali di impiego di prodotti aziendali nella somministrazione di pasti e bevande, così suddivise: 50% provenienti dall’azienda e dall’area di appartenenza (STS – sistema di sviluppo territoriale), 40% dal territorio regionale e 10% di provenienza extraregionale in assenza di prodotti similari.

La proposta è stata consegnata all’onorevole Loredana Raia, consigliere regionale e componente della Commissione Agricoltura, delegata dal presidente Maurizio Petracca, e a Filippo Diasco, direttore generale Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Campania, delegato dal consigliere all’Agricoltura Franco Alfieri. Hanno partecipato alla presentazione Gennaro Granata, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Campania, Manuel Lombardi, presidente regionale di Terranostra, Maria Tortoriello, area legale di Coldiretti Campania, Diego Scaramuzza e Toni De Amicis, presidente e segretario nazionale di Terranostra. Hanno offerto contributi di idee Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea, e Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti.

“Questa proposta, seppure migliorabile – ha sottolineato il presidente Lombardi – è il frutto prezioso di un rapporto autentico tra Terranostra e gli imprenditori agrituristici. Abbiamo raccolto le osservazioni di tutti, da cui è emersa una richiesta chiara e semplice: valorizzare il vero agriturismo contro l’abuso che spesso e volentieri se ne fa. I concetti chiave del testo che affidiamo alla Commissione Agricoltura della Regione sono distintività, autenticità e tracciabilità. Vogliamo che l’agriturismo sia valorizzato ma rispettando l’obbligo ad essere altra cosa rispetto alla ricettività tradizionale. Per farlo deve essere distinguibile anzitutto la figura di agricoltore, che è la premessa per essere operatore agrituristico, che sappia raccontare il proprio territorio. Chiediamo una trasparenza totale sulle materie prime che vengono messe a tavola, indicando espressamente le aziende agricole regionali fornitrici dei prodotti non provenienti dall’agriturismo. Una filiera agricola che deve essere corta e colta”.

“Coldiretti e Terranostra – ha spiegato il presidente Masiello – hanno avuto il coraggio di prendere una posizione rispetto ad una condizione reale, fin troppo ignorata. E lo hanno fatto con la proposta e non con la protesta. Si sono assunti la responsabilità di mettere nero su bianco una traccia di lavoro che guarda alle opportunità che possono nascere, ma dicendo chiaramente che l’agriturismo autentico va difeso e tutelato, a beneficio dell’agricoltura in generale e dei territori. Gli operatori agrituristici sono i veri ambasciatori del patrimonio agroalimentare, aggiungendo alla qualità dei prodotti il racconto straordinario di una storia di saperi. Una revisione delle norme è necessaria perché l’agricoltura ha fatto salti in avanti enormi negli ultimi vent’anni, rappresentando oggi l’argine vero all’abbandono dei territori. Con l’agriturismo distintivo e la vendita diretta di qualità Coldiretti intende tracciare gli elementi peculiari di una nuova agricoltura”.

Redazione

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