Aversa. Percorsi della legalità al Volta, il Sindaco e le istituzioni puntano sui giovani

“Abbiamo il dovere di impegnarci perché questo territorio sia pienamente valorizzato, come era nella volontà di don Peppe Diana. Dobbiamo essere fieri ed orgogliosi di appartenere alla terra che ha dato i natali a don Peppe, ma, allo stesso tempo, dobbiamo trarre una grande lezione dalla sua opera e dalla sua vocazione interiore. Questa terra è ricca di mille contraddizioni, ma anche di grandi energie positive. Una terra le cui negatività non possiamo negare o rimuovere, facendo finta di non vederle. Sarebbe un errore grave agire in tal modo o esprimere indifferenza”. E’ la Dirigente Scolastica dell’Isis “A. Volta”, Laura Nicolella, ad affermarlo in occasione dell’evento la “Fiaccola della memoria per Don Peppe Diana”. Inserita quest’anno nei Percorsi della legalità, alla manifestazione hanno preso parte i fratelli di don Peppe, Marisa ed Emilio Diana; il sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro; il Presidente del Tribunale di Napoli Nord, la dott.ssa Elisabetta Garza; il Vicario Generale della Diocesi di Aversa, il Rev. Don Francesco Picone; il Senatore Lucio Romano; la responsabile di Libera scuola, Lina Ingannato, e lo scrittore Gianni Solino, referente di Libera di Caserta.

“Dal seme che muore – sosteneva don Peppe – fiorisce una messe nuova di giustizia e di pace”. Don Peppe non ha mai nascosto le sue preoccupazioni per una terra maltrattata, ma ricca di forze sulle quali investire. “Forze – ha tenuto a precisare la Preside Nicolella – che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani, perché si impegnino ad essere protagonisti e non spettatori disinteressati della costruzione del futuro.  Il futuro si costruisce tutti insieme: solo così si può fare sistema e affrontare le nuove e impegnative sfide” Ma può esistere la legalità senza la cultura? “La principale dimensione perchè si realizzi una legalità diffusa – ha concluso la Dirigente – è la cultura dell’identità collettiva e del bene comune. Se non ci sarà il riscatto etico e civile, che deve partire soprattutto dai giovani, con il nostro appoggio, non è possibile raggiungere alcun risultato. Don Peppe Diana è morto per affermare i più alti valori, diffondendo principalmente il rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi nei diversi contesti”. Quindi all’interno delle comunità scolastiche e in nome di don Peppe, come è stato più volte ribadito dai relatori, vanno combattuti la disobbedienza verso la legge e l’interesse personale, se si vuole favorire l’altruismo ed il vivere civile. La scuola, insomma, deve essere sempre più il volano della libertà e della crescita personale e collettiva.

Redazione

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