Alitalia, vittoria del NO al referendum: superato il 50%
I dipendenti di Alitalia hanno bocciato il preaccordo per il salvataggio della compagnia. Secondo quanto riferiscono fonti bene informate, i NO, che per il momento seno 5.140, hanno infatti superato il 50% dei votanti.
Il Si’ vincerebbe a Torino ma di strettissima misura con 2 Si’ in più. A Palazzo Chigi, intanto, il premier, Paolo Gentiloni ha incontrato i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
I POSSIBILI SCENARI – Con la vittoria del Si’, il cda si riunirebbe mercoledì e dovrebbe avviare la ricapitalizzazione da 2 miliardi, di cui 900 milioni di nuova cassa, 600 milioni da linee di credito e conversione di obbligazioni, un cuscinetto finanziario fino a 400 milioni, il ‘contingent equity’ nel caso di fallimento del piano, coperto per metà da Ethiad e da 200 milioni di garanzia pubblica da parte di Invitalia. Accanto un piano di rilancio con nuove rotte a lungo raggio e investimenti su nuovi aerei. Contestualmente un taglio dell’8% della retribuzione per il personale navigante, 980 lavoratori a tempo indeterminato in cig, 550 contratti a tempo determinato e 141 contratti esteri non verranno riconfermati, da 120 a 108 i riposi annuali.
La vittoria del No apre uno scenario complesso. Domani si dovrebbe riunire il cda, per deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. Probabile la contestuale uscita dei soci per consegnare di fatto ‘le chiavi’ dell’azienda al governo. Formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari (fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori al commissario non resterebbe infine che chiedere il fallimento della compagnia, con la conseguente dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori, contestualmente la cessione ‘spezzatino’ degli asset della compagnia.
CHIUSO REFERENDUM Si sono chiusi alle 16, anche all’aeroporto di Fiumicino, i cinque seggi allestiti per il referendum dei lavoratori Alitalia. Al seggio n.2, quello nelle vicinanze della sala mensa, l’ultima a votare è stata una lavoratrice alle 15,48. Le urne sono state sigillate dai delegati e ora vengono trasferite al centro addestramento dove è in programma lo spoglio delle preferenze tra il si e il no.