Eboli. Sequestro di beni ad un affiliato del clan ‘Miele’ e ‘Fabbiano-Capozza’

Nella mattinata odierna in Eboli (Sa), la Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno ha eseguito un provvedimento di sequestro per la confisca, emesso dal Tribunale di Salerno-Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di RICCIARDI Giovanni (cl. 1971) e dei suoi prossimi congiunti.

Gli accertamenti patrimoniali sottesi al provvedimento reale in argomento sono stati disposti dal DIRETTORE della D.I.A., nell’ambito dei poteri riconosciutigli dal codice antimafia (art.19 D.Lgs. 159/2011), e hanno consentito di instaurare il procedimento di prevenzione antimafia a carico del RICCIARDI, al quale è stato contestato l’illecito arricchimento avvenuto contestualmente al periodo di appartenenza prima al Clan “Maiale” e poi al clan “Fabbiano- Capozza” operanti nella Piana del Sele.

La carriera criminale del RICCIARDI inizia molto presto. Poco più che ventenne, nel 1993, viene denunciato per il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di diversi delitti contro la persona e il patrimonio (rapine e furti) e, da ultimo, nel gennaio 2015, viene tratto in arresto per il reato di usura, a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, perché ritenuto responsabile di ben 4 episodi di natura usuraria, commessi dal prevenuto tra il 2009 e il 2013.

All’esito della procedura camerale promossa del Direttore della D.I.A. ai sensi dell’art. 17 del Codice Antimafia (nel corso della quale la Procura della Repubblica ha prodotto ulteriori atti relativi a condotte recenti tenute dal RICCIARDI), il Tribunale di Salerno-Sezione Misure di Prevenzione ha disposto la confisca dei beni riconducibili al predetto, riconoscendone la pericolosità sotto una duplice veste: da un lato, per le ricadute economiche sul tessuto sociale di riferimento, in quanto l’azione criminosa del RICCIARDI era indirizzata a colpire soprattutto imprenditori in difficoltà economiche; dall’altro, per le violente reazioni poste in essere dal prevenuto in caso di mancato o ritardato pagamento da parte dei debitori sottoposti a prestiti usurari.

Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a confisca 4 terreni, una villa in costruzione, nr.4 conti corrente, un libretto postale e una ditta individuale per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.

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Redazione

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