Lusciano. Donna muore dopo il ricovero, arrestato il figlio

Nell’ambito di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, il Commissariato PS di Aversa ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di un uomo di 45 anni residente a Lusciano per il delitto di Omicidio preterintenzionale aggravato ai danni della propria madre DE ANGELIS Franceschina, di anni 81.

L’anziana donna, in data 10.12.2016, venne ricoverata presso l’ospedale civile di Aversa con varie lesioni per un’asserita caduta accidentale avvenuta all’interno di una abitazione in Lusciano nella quale viveva unitamente al figlio. Il caso veniva immediatamente posto all’attenzione della polizia in quanto i sanitari nella diagnosi d’ingresso evidenziavano che le lesioni riscontrate non apparivano compatibili con la versione fornita dalla donna ai sanitari del 118 che l’avevano soccorsa (caduta accidentale).

L’autopsia disposta dopo la morte della donna, avvenuta sei giorni dopo il ricovero ospedaliero, confermava gli iniziali sospetti evidenziando in particolare che le plurime lesioni non apparivano in alcun modo compatibili con la riferita caduta accidentale. Gli esiti degli accertamenti scientifici, disposti a seguito del repertamento delle tracce rinvenute nel corso del sopralluogo effettuato all’interno dell’ abitazione della vittima dal personale del Commissariato PS di Aversa, consentivano di fare emergere ulteriori elementi indiziari (le tracce ematiche presenti sul pavimento accanto al letto della donna e quelle rinvenute nella stanza da letto, in cui la stessa ed il figlio indagato dormivano, sono infatti risultate riconducibili ai profili genetici della donna e dello stesso indagato, unica persona presente in casa con la stessa la sera antecedente il ricovero).

ll personale dell’aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria di quest’ufficio di Procura, che coaudiuvava il personale del Commissariato PS di Aversa durante il sopralluogo, dava atto inoltre che l’indagato, presente nel corso dello stesso, tentava di cancellare con la scarpa le tracce ematiche rinvenute sul luogo dei fatti. Nel corso della successiva attività investigativa si procedeva a sentire i familiari e altre persone che avevano avuto in cura la donna, gravemente ammalata. Il dato che emergeva da tali dichiarazioni è che la sera del 9 dicembre 2016 la persona sottoposta a misura restrittiva era da solo in casa con l’anziana madre, e che la versione dell’incidente domestico fornita ai sanitari dalla vittima (evidentemente preoccupata per le sorti del figlio, scapolo e con problemi di natura psichica) veniva esclusa dalle risultanze investigative raccolte. L’attività d’indagine avvalorava l’ipotesi investigativa e permetteva di individuare un grave quadro indiziario nei confronti dell’uomo desumibile, oltre che dalle risultanze dell’autopsia e dalle analisi del DNA, altresì dalle numerose incongruenze emerse nel corso della narrazione dei fatti che lo stesso indagato – all’epoca ancora persona informata dei fatti – rendeva nel corso della sua deposizione al Pubblico Ministero.

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Redazione

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