Napoli. Provinciale a chi? Da Savoldi a Maradona, fino a Higuain
Vedi Maradona e poi muori, tradotto: il Napoli prima e dopo non è stato nulla. Nulla, appunto, di più lontano dalla realtà. Perché i partenopei hanno recitato sempre il ruolo di protagonisti del calcio italiano ed anche europeo, non sportivamente parlando necessariamente. Facendo un’analisi di quanto e come si è speso dagli anni ’70 ad oggi si evince quanto la squadra ai piedi del Vesuvio si sia praticamente sempre resa grande protagonista del calciomercato nazionale e non, dimostrando tutto il proprio blasone e potere economico, anche sotto la gestione di varie presidenze.
Tralasciando il “core ingrato” di Altafini nel passaggio dal Napoli alla Juventus, siamo nei primi anni ’70, già dal decennio in corso gli azzurri firmarono un trasferimento assolutamente da record per l’epoca: il celebre passaggio del bomber Beppe Savoldi dal Bologna al Napoli per una cifra superiore al miliardo di lire. Era un periodo piuttosto florido anche per le non solite note protagoniste del nostro calcio, lo dimostrò il Vicenza che sborsò oltre 2 miliardi per prelevare Paolo Rossi dalla Juventus, raggiungendo uno storico secondo posto in campionato guidato appunto dal futuro Pablito Mundial.
Quando arriva a Napoli il Presidente Ferlaino ecco che i campani conoscono un nuovo florido periodo economico, che porterà all’arrivo del giocatore più forte di tutti i tempi, nonché il più pagato sino a quel momento: siamo alla metà degli anni ’80, Diego Armando Maradona sbarca a Napoli per quasi 6 miliardi di lire. Arriveranno trofei nazionali ed internazionali, prima del vero periodo di buio che porterà il Napoli lontana dalle big italiane e alla retrocessione fino alla ex Serie C.
L’arrivo di De Laurentiis aprirà un nuovo importante ciclo per la squadra del ciuccio, che in pochissimi anni passerà dalle categorie inferiori alla Champions League. Seguiranno fior di campioni e plusvalenze, da Lavezzi a Cavani fino all’exploit Higuain. Con questo colpo il Napoli si rende protagonista anche nel nuovo millennio, col trasferimento più costoso del calcio europeo dopo Pogba, reso possibile solo dall’arrivo dell’argentino sotto la Mole.
L’andamento del Napoli in Europa ed Italia dal punto di vista finanziario rispecchia a pieno ciò che è stata l’Italia del pallone nell’economia nel corso di questi decenni. Dal periodo florido sino agli anni ’90, fino al baratro toccato nel primo decennio del 2000, quando l’arrivo di nuovi magnati ed imprenditori asiatici ed emiri hanno allargato a dismisura il gap fra le nostre squadre e i top club europei. Solo l’ultima sessione estiva ha riavvicinato i nostri club storici al resto del Vecchio Continente: merito anche dell’arrivo della potente Suning a capo dell’Inter, con 120 milioni di euro già investiti nella campagna estiva ed invernale della stagione in corso. In attesa di ciò che saprà fare la sempre più misteriosa nuova proprietà rossonera.