NAPOLI RISCOPRE CESARIO DIACONO E MARTIRE.
IL SANTO CHE HA CRISTIANIZZATO IL CULTO DEI CESARI NEL MONDO
Era conservato in un armadio, ricoperto dagli ex voto, collocato nel corridoio di accesso alla sagrestia e veniva solennemente esposto il 1° novembre in occasione della Solennità di tutti i Santi. Pochissimi erano a conoscenza che nella chiesa di Santa Brigida, ubicata nel centro storico di Napoli, si conservasse un busto reliquiario di San Cesario diacono e martire di Terracina – in legno scolpito e dorato, Bott. napoletana sec. XIX – in cui è incastonato un suo frammento osseo con il cartiglio in latino “S. Cesarei D. M.”. Questa scultura era stato erroneamente catalogata come “S. Cesare Martire” nell’inventario dei beni storici e artistici della diocesi di Napoli, quindi si era confusa la memoria e l’identificazione del martire. Dopo mesi di intense ricerche – grazie all’interessamento di P. Tommaso Galasso, di P. Antony Seelan Mariannan e del prof. Tino d’Amico – si è provveduto a correggere l’errore. Questo anno ricorre il 1910° anniversario del martirio del santo (107 d. C. – 2017); per l’occasione è stata realizzata la nuova icona “Caesarius Diaconus”, opera dell’artista Giovanni Guida di Cesa (Caserta), che è stata esposta nei musei, nelle cattedrali, nelle basiliche, nei santuari e nelle parrocchie che gelosamente custodiscono porzioni ossee del corpo del giovane diacono, accanto ai loro rispettivi reliquiari. Si tratta di un vero e proprio viaggio nel mondo (Italia, Spagna, Francia, Corsica, Germania, Stati Uniti d’America, Filippine e Slovacchia). La nuova icona è stata esposta anche nella chiesa di Santa Brigida a Napoli, accanto al busto reliquiario del santo, sistemato per l’occasione sull’altare maggiore. Cesario fu il santo scelto per il suo nome a consacrare alla fede di Cristo i luoghi che già appartennero ai Cesari pagani. Nel 375 d.C. Papa Damaso fece traslare il corpo di San Cesario da Terracina a Roma affinché l’imperatore avesse un santo tutelare di nome Caesarius (il nome Cesario significa “devoto a Cesare”ed è legato, quindi al grande condottiero romano, Caio Giulio Cesare, e agli imperatori romani in quanto il loro appellativo era appunto Cesare). La traslazione della reliquia di San Cesario Diacono a Napoli è legata ai Padri Lucchesi (Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio), i quali presero possesso della Chiesa di Santa Brigida nel 1637 (a quel tempo nella città di Lucca si conservavano 8 ossa integre del santo terracinese) e con larghe sovvenzioni dei fedeli, specialmente di Maria Felice Orsini, duchessa di Gravina, espansero la chiesa e il convento. Bisogna, però, precisare che il culto di San Cesario a Napoli è antichissimo: in uno strumento rogato il 16 giugno del 1288, ai tempi del Carlo I D’Angiò (che si conserva nell’Archivio della Cava dei PP. benedettini) si fa memoria di un luogo fuori le mura di Napoli, vicino al casale di San Giovanni a Teduccio, che si chiamava “S. Cesarei ad Susurram”, nei pressi della chiesa di S. Arcangelo all’arena. Nel “Calendario Marmoreo di Napoli”, un documento marmoreo che riporta i costumi liturgici dell’antica Chiesa napoletana, attualmente conservato nel duomo di Napoli, al 1° novembre riporta il Natale del santo: “N. S. CESARII”. Si ritiene sia stato inciso intorno alla metà del IX secolo.