Strasburgo. Caputo: “La Terra dei Fuochi è anche un problema dell’Europa”

“La Terra dei Fuochi, assieme alle tante aree che soffrono un’emergenza ambientale, non deve essere considerata o avvertita come un problema esclusivamente italiano o campano, è una emergenza europea. I problemi sono molteplici, complessi e collegati fra loro e la sinergia fra le Istituzioni europee e gli enti locali è la vera chiave per arrivare a risultati tangibili.” Questo, in sintesi, l’appello lanciato dall’eurodeputato Nicola Caputo a Strasburgo nel corso dell’interpellanza parlamentare di questo pomeriggio sulla Terra dei Fuochi.

“Io stesso provengo da quella ricca e feconda terra che per secoli è stata chiamata “Terra di lavoro”. “Terra dei Fuochi” sintetizza ed enfatizza ciò che, a cavallo tra gli anni novanta ed inizio del nuovo secolo, si è andato verificando in queste zone: un irresponsabile ed incontrollato sversamento di sostanze tossiche, scorie e rifiuti di ogni genere, cui spesso è seguito il loro incenerimento. Un’attività di inquinamento criminale e sistematico che ha potuto contare su una catena di negligenze ed omissioni e sulla tragica impreparazione delle Autorità competenti ad arginare il fenomeno.”

La Terra dei Fuochi ha avuto un impatto devastante per la vita e la salute di decine di migliaia di persone e per l’economia dell’intera Campania. Da novembre si registra una nuova emergenza mortalità di bambini. I dati sono simili agli anni 2012-2013. I roghi tossici continuano, 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. In 32 comuni della provincia di Napoli, la mortalità supera la media regionale del 10% (per gli uomini) e del 13% (per le donne), mentre in 23 comuni della provincia di Caserta del 4% e del 6%. Con i suoi 500mila ettari di superficie agricola, la Campania, con la Puglia e la Catalogna, rappresenta uno dei tre grandi poli agroalimentari europei. I consumi sono crollati e la produzione ne ha risentito. Un danno economico e d’immagine incalcolabile, nonostante i siti in cui si sia sversato materiale tossico non superino l’1% del totale delle aree rurali.

” Devo però dire – ha proseguito il deputato S&D – che dopo decenni durante i quali ho chiesto più volte la mappatura delle aree a rischio, l’avvio di un processo di bonifica dei suoli inquinati e l’istituzione di un Registro regionale dei Tumori, si inizia a registrare un’inversione di tendenza: fortunatamente è cambiato l’approccio al problema, c’è una maggiore consapevolezza e una forte determinazione a risolvere il problema alla radice.”

Recentemente la regione Campania si è dotata di una rigorosa procedura di certificazione della salubrità delle sue produzioni agroalimentari così da risultare una delle regioni più controllate d’Europa e ha messo in piedi un vero e proprio piano di monitoraggio dell’intero territorio campano, con l’obiettivo di svolgere indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di telerilevamento, dei terreni della regione destinati all’agricoltura. A febbraio il Registro Tumori Infantile della Regione Campania è stato accreditato dall’Associazione italiana dei registri tumori ed è stato avviato uno specifico studio da parte dell’Istituto Zooprofilattico e dell’Istituto Tumori di Napoli su 4200 soggetti provenienti da 168 comuni individuati sulla base di tre modelli differenti di rischio ambientale al fine di escludere le interferenze date dalla poca esposizione o di fattori legati fisiologicamente all’età. Inoltre, sono stati effettuati i primi interventi di bonifica delle aree inquinate, si è dato avvio all’operazione di rimozione delle ecoballe ma soprattutto la Campania si è dotata di un nuovo piano dei rifiuti che dovrà traghettare la regione definitivamente oltre l’emergenza.”

“Ho invitato in Campania il commissario Vella affinché si renda conto dei progressi fatti in questi ultimi anni. Certamente è necessario fare molto di più, continuare nel cammino intrapreso, continuare a tenere accesi i riflettori nazionali, e non solo nazionali, su questo enorme problema che continua a mietere vittime innocenti. Le istituzioni, a cui tocca dimostrare di avere capacità di intervento, devono fare la propria parte provvedendo a bonifiche in tempi celeri ma anche l’Europa può e deve fare la sua parte accompagnando la Campania in questo processo. Pochi mesi fa, in un convegno che ha visto la presenza di medici e scienziati provenienti da ogni parte d’Europa, ho chiesto ad alcuni funzionari della Commissione l’elaborazione di un manuale di buone pratiche, da quelle igienico-alimentari a quelle mediche e di prevenzione, per dare delle indicazioni ai cittadini che vivono in tutte le aree ad alto impatto ambientale d’Europa.”

Redazione

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