Aversa. Torna il tour Aversa Sotterranea organizzato da ‘Aversa – il tesoro sepolto’

Il tour di Domenica 30 aprile ha registrato a poche ore dal lancio il tutto esaurito, tanto da costringere gli organizzatori a bloccare le prenotazioni.
Aversa Sotterranea torna con un nuovo tour, infatti è stata stabilita per sabato 13 maggio dalle ore 17 una nuova tappa con appuntamento in Piazza Marconi, sul lato opposto alla Cattedrale.
Gli ospiti, suddivisi in gruppi e accompagnati dallo staff dell’associazione, saranno guidati prima alla visita degli ipogei scavati sotto il chiostro di S.Ouen (Sant’Audeno dei Normanni) in spazi risalenti al 1037-1050 e poi, alla chiesa di San Domenico oggetto di un restauro appena avviato ad opera di volontari. Sono luoghi antichissimi e in gran parte sconosciuti al grande pubblico, ai quali si accede attraverso una splendida scala a chiocciola ricavata dal piperno, una rarità assoluta, indizio incontrovertibile della matrice, normanna o se volete francese, quale era l’origine dei monaci. Aversa è costruita su depositi tufacei di antichissime eruzioni che costituiscono anche il materiale stesso dal quale cavare i blocchi per la costruzione degli edifici. Questi blocchi, che vengono cavati a mano sul posto, con particolarissime tecniche estrattive creano degli enormi vuoti poi riutilizzati come cisterne per l’acqua o per la conservazione del vino. La conquista Normanna del sud italia, con l’unificazione di tutto il territorio sotto un’unica monarchia, partiva dalla nostra Contea nel 1030, tanto che possiamo affermare con certezza che tutta la storia del Sud Italia e del più grande regno italiano è nata ad Aversa.
L’edificazione della chiesa di Sant’Audeno e del chiostro è stata terminata nell’anno 1037. Il complesso è stato punto di aggregazione e di culto per lunghissimo tempo. In Italia ci sono cinque chiese dedicate al culto di Sant’Audeno, la prima in assoluto si trova ad Aversa. Quando in seguito ad un terremoto si ebbe il crollo del soffitto della chiesa la sua attività di parrocchia venne spostata alla vicina chiesa della confraternita dei Pellegrini. Nessuno poi, provvide alla ricostruzione della stessa che fu quindi abbandonata al suo destino.
Il Chiostro fu donato ad un nobile aversano, il quale costruito in adiacenza un edificio, usò la struttura come ricovero per gli animali da latte, attività che durò fino al 1980. In seguito fu convertita per la macellazione in particolare di mucche e successivamente chiusa. Due cittadini aversani Giuseppe Fedele e Domenico Balato acquisita la struttura e resisi conto del valore che essa aveva in termini storici ed architettonici, iniziarono un restauro durato 5 lunghi anni. Nel 2003 hanno aperto al pubblico con una attività di American & wine bar, creando una tradizione di ristorazione che evolve nel tempo per arrivare fino ai nostri giorni, come cornice meravigliosa per feste, eventi e appuntamenti culturali.
Esempio di imprenditori illuminati che contro tutto e tutti hanno creato un contenitore di grande bellezza col valore aggiunto del profondo significato di rinascita culturale.

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Redazione

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