Se l’assicurazione non paga: l’agghiacciante storia di Beqaj

Agron Beqaj è un giovane papà kosovaro: nel dicembre 2013, nei pressi di Pavia, alla guida della sua automobile, viene colpito da un’altra auto che viaggia a 180 chilometri orari, in un tratto con limite a 110 chilometri orari, sotto una pioggia battente. In auto con lui, che allora aveva 23 anni, si trovava sua moglie Edona, il loro figlioletto Blinard di soli 9 mesi, e un loro amico. L’amico e il bambino rimangono miracolosamente illesi, ma la sorte di Beqaj ed Edona è drammatica. La giovane mamma perde la vita, mentre Agron riporta gravissime lesioni: da allora, e sono passati 4 anni, ha dovuto ricorrere a cure mediche estremamente costose, è rimasto totalmente inabile al lavoro, e necessita di assistenza extra sanitaria 24 ore su 24. Tutto questo, oltre a pregiudicare la vita futura del bambino, ha messo in ginocchio la famiglia di Beqaj, costretta a sobbarcarsi le cure e l’assistenza allo sfortunato figlio e fratello.

Purtroppo per loro, non è stato nemmeno possibile contare sull’aiuto, per quanto parziale, di un risarcimento economico: la compagnia Vittoria assicurazioni ha provato a minimizzare l’entità dell’indennizzo da riconoscere, ricorrendo a svariati trucchi: ad esempio ha provato ad attribuire al sig. Beqaj la responsabilità almeno parziale (50%) dell’incidente, sebbene il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) del Tribunale, abbia totalmente attribuito la colpa all’altro automobilista. Un altro tentativo della Vittoria Assicurazioni è consistito nel contestare che Agron ed Edona fossero effettivamente sposati, per diminuire ulteriormente l’entità del risarcimento. Questi ed altri sotterfugi sono stati mirati a riconoscere un indennizzo irrisorio, pari a 490.000 €, a fronte di danni subiti dal Sig. Beqaj quantificati, secondo i valori medi previsti in questi casi, in ben 6,5 Milioni. Solo le spese mediche e di assistenza extra sanitaria sono state quantificate in circa 2 Milioni e mezzo. Raffaele Gerbi, Direttore Generale della Professional & Partners, sta affiancando la famiglia nella trattativa con l’assicurazione, ma la trattativa è oggi di fatto arenata per la volontà dell’assicurazione di non incontrare la controparte. Sembra quasi che la Vittoria Assicurazioni voglia dilazionare il più possibile i tempi per fiaccare la volontà della famiglia e convincerla ad accettare un indennizzo assolutamente incongruo coi danni subiti e con le spese che continua a sopportare. Persino l’altro automobilista si trova danneggiato da questa situazione: in mancanza di un risarcimento, non può patteggiare la sua pena. Fino a che punto può spingersi l’avidità e l’insensibilità di una compagnia di assicurazioni?

Redazione

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