Maddaloni. Comunali, De Filippo replica a Razzano: “Rimandato anche in storia. Non ci siamo”

Razzano, nel disperato tentativo di sfuggire alla sconfitta e di nascondere la totale inconsistenza e mancanza di contenuti programmatici e politici, continua nello spargimento di fango teso invano a delegittimare la mia persona. Questa volta, fa riferimento ad una sentenza della Corte dei Conti del 2014, sulla quale è opportuno fare qualche chiarimento di merito. Si tratta, nello specifico, della occupazione di un terreno in via Feudo, avvenuta nel 1981 (ben prima che io diventassi amministratore) a seguito degli eventi sismici, con una requisizione disposta dal Sindaco dell’epoca, per la collocazione di container per i terremotati. Orbene, la Corte dei Conti ha contestato ai Sindaci, agli assessori ai Lavori pubblici e ai funzionari di settore di non aver adottato provvedimenti successivi alla requisizione nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni 80 e la prima metà degli anni 2000. In pratica, io, al pari degli altri amministratori dell’epoca (sono stato assessore ai lavori pubblici dal 1989 al 1990), sono venuto a conoscenza dell’esistenza del problema solo nel 2006, cioè 16 anni dopo aver ricoperto l’incarico di assessore, allorquando la Corte dei Conti ha notificato la citazione. In sostanza, rispondo per una sorta di “responsabilità oggettiva”, per il solo fatto di essere stato assessore, laddove la stessa Corte dei Conti rileva che i funzionari addetti non hanno predisposto negli anni alcun atto volto a risolvere la vicenda o con un successivo decreto di esproprio o con la restituzione del terreno ai legittimi proprietari, cosa avvenuta nel 2006. Un esempio “classico” di cattivo funzionamento della burocrazia comunale, che oggi non vedrebbe, alla luce delle nuove e più razionali normative vigenti, in alcun modo coinvolta la funzione politica, essendo una tipica funzione tecnica. Ed è proprio per sanare questo tipo di comportamento della pubblica amministrazione, della quale nella circostanza siamo stati vittime inconsapevoli, che mi candido alla guida della città, cosciente della necessità non più eludibile di un funzionamento efficiente ed efficace della macchina comunale, così come rilevato dagli interventi legislativi che oggi distinguono nettamente la funzione politica da quella tecnico-amministrativa. Razzano e i suoi danti causa sono perfettamente consapevoli di quanto affermiamo e speculano vergognosamente su una vicenda nella quale non esiste alcun comportamento doloso, né può essere rilevato, dal punto di vista logico e politico, nessun comportamento di cattiva amministrazione da parte della funzione politica. Questo per quanto attiene la vicenda di merito. Dal punto di vista politico, invece, mi chiedo perchè mai Razzano non abbia fatto riferimento, tra gli altri, anche ad un personaggio eminente del centrosinistra maddalonese, da egli definito, per proprietà transitiva, espressione della “cattiva politica”. Ci riferiamo all’ex-sottosegretario, all’ex-senatore, nonché ex-sindaco di Maddaloni, dottor Gaetano Pascarella, al quale rinnoviamo i sensi della nostra stima, anch’egli coinvolto in questa vicenda ed impietosamente etichettato come espressione della cattiva politica da parte del candidato di quel centrosinistra di cui egli è stato negli anni massima espressione. Non chiamiamo in causa altri soggetti coinvolti nella vicenda perchè siamo persone perbene, perché abbiamo rispetto degli uomini e delle loro storie, perchè abbiamo sempre ritenuto che le offese, gli insulti e le insinuazioni maligne siano la negazione della politica e, nella circostanza, tutto il contrario di quanto i maddalonesi si aspettano da coloro che aspirano a governarli.

Andrea De filippo
Candidato sindaco ‘Maddaloni nel Cuore’

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Redazione

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