Aversa. Convegno sulla “carcerazione preventiva”

Si è svolto questo pomeriggio,  presso il tribunale di Napoli nord, il convegno sul tema: carcerazione preventiva : un male necessario? Il titolo ha rappresentato in pieno l’attenzione che il convegno ha voluto dedicare a un tema di grande attualità come questo. È stato usato infatti, il termine non più in uso di “carcerazione preventiva” invece dell’attuale: “custodia cautelare”. E’ stata una una scelta precisa. È stato scelto un titolo per rimarcare le diverse anime presenti oggi nella magistratura italiana.

Una diversità di “visione” che, ad esempio, nel caso della separazione delle carriere vede prevalere largamente chi è favorevole a tale modifica. Non a caso, la raccolta di firme, in corso in questi giorni, organizzata dall’avvocatura penale e avente per oggetto l’introduzione in Costituzione della differenziazione delle carriere dei magistrati inquirenti e requirenti, ha visto già seimila firmatari.

Al convegno hanno partecipato diversi  relatori: la presidente del Tribunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo; il Procuratore capo Francesco Greco; ; il docente Mariano Menna, ordinario di diritto processuale e penale e direttore della Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università della Campania, Luigi Vanvitelli; il Procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Borrelli coordinatore della Dda; il presidente della Camera Penale di Napoli Nord, Paolo Trofino. Non ha potuto prendere parte all’incontro di oggi, invece, il prof. Giuseppe Riccio, professore emerito di procedura penale per motivi di salute. Il presidente dell’associazione Palaestra normanna, il magistrato Pasquale Giuliano, ha presentato i relatori. Tra  i primi interventi quello della dott. ssa Garzo che ha espresso anche una sua considerazione personale relativo “all’importanza  del rispetto dei tempi come ulteriore garanzia nei confronti dei soggetti sottoposti a custodia cautelare”. Poi il procuratore capo Greco ha evidenziato come “il vero problema non sia la custodia cautelare ma l’uso distorto che se ne fa, la mancanza di tempestività della giustizia e anche probabilmente una non sempre corretta informazione sul problema”. Il sen. Giuliano ha ribadito “come questo tema sia antico ma allo stesso tempo attuale. In Italia abbiamo il primato della più alta percentuale di detenuti che poi sono scarcerati perché giudicati innocenti,  circa il quarantadue per cento, per un costo di circa più di seicento milioni di euro. Sociologi e giuristi hanno evidenziato un abuso di tale misura, che comunque non regala certo tranquillità sociale”. Poi è stata la volta dell’ intervento del prof. Mariano Menna, che ha sottolineato  la “giusta finalità della custodia cautelare che però viene rivolta spesso drammaticamente verso soggetti che poi sono assolti.Il vero problema consiste, quindi, nell’eccessiva discrezionalità dell’applicazione della  misura” . Successivamente è intervenuto il procuratore Borrelli che ha insistito soprattutto sul problema “dell’applicazione della norma che deve avvenire solo se effettivamente esistono requisiti rigorosamente attuali che giustifichino una limitazione della libertà personale dell’indagato”.  Nel suo intervento, invece, l’avv. Trofino ha fatto notare ai presenti come “i convegni sul tema abbiano migliorato l’andamento relativo all’applicazione di tale norma  che prevede la carcerazione preventiva, riducendo in maniera consistente la percentuale di soggetti tenuti in carcere inutilmente e che poi vengono scarcerati, anche se il problema sussiste ancora anche alla luce delle nuove norme”.

Anzia Cardillo

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Redazione

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