Aversa. Molestie al Moscati, spunta un’altra storia: il racconto di una ragazza polacca
Si aprono nuovi scenari riguardanti le molestie all’interno del Moscati. Dopo la storia di Federica (nome di fantasia, ndr) palpeggiata da un infermiere al pronto soccorso, oggi ci arriva un’altra storia di molestie. A raccontare quei momenti non piacevoli, una ragazza polacca che vive in città da molti anni.
“Mi era capitato spesso di finire al pronto soccorso di Aversa per i problemi di salute. Nel 2005 mi sono sentita male, pensando che si trattasse di mal di stomaco ma dopo 6 ore con le flebo, l’infermiera di turno decide di farmi il test di gravidanza e scoprii di essere incinta. Mi fecero immediato ricovero e sono stata accompagnata al secondo piano da un infermiere. Quest’ultimo mi faceva le classiche domande (come ti chiami, di dove sei, quanti anni ecc) e poi iniziò a toccarmi prima la pancia e poi salì verso il seno. Spaventata risposi di essere stata già visitata. Ero sola e non capivo nulla vista che in quel periodo avevo interrotto i rapporti con il futuro padre del bambino che persi successivamente per via dei valori bassi. Disperata, mi arrabbiai perché mi continua a toccare e lui continuava a dire che si trattava “di un semplice racconto”. Feci presente al medico di questo increscioso fatto ma non fui considerata.
Dopo qualche anni mi ritrovai nuovamente all’ospedale dopo essere stata scippata per 40 metri in viale Kennedy. Al pronto soccorso incontrai lo stesso infermiere che mi accompagnò in radiologia per un tac perché ebbi un trauma cranico. Nell’ascensore provò nuovamente a toccarmi, dopo le solite domande, fingendo di ‘controllare’. Gli risposi che il medico aveva già provveduto ad un controllo e quando gli feci presente di essere accompagnata dal mio fidanzato, un finanziere, lui smise. Inoltrai nuovamente una segnalazione a chi di competenza ma il risultato fu negativo. Spero vivamente che dopo quello che è successo alla giovane ragazza, la direzione sanitaria prenda al più presto dei provvedimenti. Grazie mille per l’attenzione”.