Corona molto nervoso urla ‘vergogna’, allontanato dall’aula
“Vergogna, voglio giustizia”. Sono solo alcune delle parole urlate in aula da Fabrizio Corona all’ inizio dell’udienza del processo che lo vede imputato per quei 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto in parte in Austria e nel quale oggi è prevista la requisitoria del pm Alessandra Dolci.
Dopo le grida dell’ex ‘re dei paparazzi’, nervoso a causa di una produzione di atti da parte dell’accusa, il presidente del collegio Guido Salvini ha deciso di interrompere momentaneamente l’udienza e di disporre che l’ex agente fotografico venisse portato fuori dall’aula. Il pm, tra l’altro, dopo alcune osservazioni dei difensori di Corona, aveva deciso di rinunciare alla produzione dei nuovi atti perché, ha spiegato, “io voglio concludere oggi” con la requisitoria e la richiesta di pena. Il giudice Salvini, prima di interrompere l’udienza, aveva detto: “Corona questa è un’ udienza importante per lei, stia tranquillo”. L’imputato, invece, da tempo ormai lamenta errori da parte della polizia e della Procura nell’inchiesta.
L’udienza è ripresa con la fine di una testimonianza e l’ex agente fotografico non è in aula, anche se non è escluso che possa essere fatto rientrare più avanti. Già in molte udienze Corona aveva spesso alzato la voce, ma i giudici erano sempre riusciti a tenerlo a freno e non era mai arrivato al punto di gridare, come ha fatto oggi, contro il pm e contro gli investigatori. Ad un certo punto, tra l’altro, si è anche divincolato per un attimo dagli agenti di polizia penitenziaria che cercavano di farlo smettere di urlare e di muoversi.
Il pm avrebbe voluto produrre degli atti relativi a celle telefoniche, ma poi ha rinunciato date le osservazioni delle difese e il nervosismo di Corona, “perché io oggi voglio concludere”. Già nelle scorse udienze l’ex ‘fotografo dei vip’ se l’era presa spesso con alcuni investigatori della polizia – che hanno redatto anche la relazione che il pm voleva produrre – perché, a suo dire, avrebbero indagato soltanto su di lui, cercando anche contatti con la criminalità organizzata, ma non sulla bomba carta che esplose sotto casa sua lo scorso agosto.
(ANSA)