La Storia di Aversa. Da dove nasce il toponimo “Nmiezzo all’uorto ‘e vagne”
In questo articolo, si vuole approfondire un tema importante, quello della toponomastica, cioè quella disciplina storico-linguistica che studia l’origine, il significato, la pronuncia e lo sviluppo dei nomi di luogo. Inoltre, nel caso aversano, risultano rilevanti tutti quei toponimi dialettali (si parlerà invece di ”odonimi” per indicare le strade), con i quali si ricordano vie, piazze e slarghi. Tale studio, è indispensabile non solo per l’urbanistica locale, ma diventa fondamentale per la ricostruzione storica.
Ad Aversa, come in generale in altre città e paesi, venne dato alle vie un nome desunto di volta in volta da vicine chiese o monasteri, da associazioni di arte e mestieri, da famiglie nobili, da eventi locali e, soprattutto, dalle caratteristiche del luogo. Ecco perché non bisognerebbe abolire il nome antico delle vie: così facendo, infatti, si corre il rischio di cancellare definitivamente la memoria di precedenti storici e tradizioni. Purtroppo, molti odonimi si sono persi, e di essi si è persa anche la documentazione d’archivio, spezzando, così, la memoria di una cultura locale densa di informazioni preziose. Tuttavia, il più delle volte, nomi di luogo e i connessi ricordi di storia locale sono nascosti nella memoria degli anziani. In passato, infatti, si usava indicare i luoghi con riferimento all’episodio architettonico di maggior rilievo o comunque abbastanza noto, per esempio: il castello, la chiesa del rione, le Porte della città, al particolare pittorico espressione di devozione popolare, all’elemento naturale di maggiore evidenza (la cupa, il pennino/pendino), al tipo di attività che si svolgeva in una determinata piazza, via, vicolo o venella, a qualche abitazione di famiglie illustri proprietarie della zona.
Citando un caso specifico, si potrebbe ricordare del toponimo dialettale ”l’uorto ‘e Vagne”, con cui gli aversani ricordano l’attuale Piazza Principe Amedeo (Villa Comunale), questa espressione può essere collocata tranquillamente tra quei malapropismi locali (così si indicano in linguistica quei termini sostituiti da altre parole che hanno un significato completamente diverso, ma possiedono un suono simile tra loro). Tale denominazione, inoltre, risulta citata già in alcuni documenti d’epoca come ”orto dei Bagni”, in dialetto si passerà, poi, a ”uorto ‘e Vagne” attraverso il fenomeno del betacismo, che sostituirà la b con la v. Per questo toponimo, ci sono diverse ipotesi, alcuni ritengono che, il dialettalismo Vagne, non sarebbe nient’altro che la storpiatura del cognome di Richard Wagner, noto musicista, il quale, presso l’attuale cassa armonica, avrebbe intonato piacevoli melodie in un’epoca passata. Per alcuni, invece, il sostantivo ”Bagni/Vagne”, coinciderebbe col cognome di una illustre famiglia cesana, proprietaria della zona in questione, la quale, deteneva in questo luogo anche un orto. Tale ipotesi, si giustificherebbe nel fatto che, nella vicina Cesa, è noto un sobborgo denominato appunto ”Rione Bagni”, cioè di pertinenza della suddetta famiglia. Un’ultima ipotesi, ancora, giustifica l’appellativo in questione con la presenza passata di numerose vasche, adibite alla tintoria o al lavaggio delle stoffe ma, anche questa supposizione, come quelle precedentemente elecante, appare priva di fondamento e di accertata documentazione.
Luigi Cipullo