Scontri Casale San Nicola, CasaPound: “dall’accusa richieste pena esorbitanti, sempre più processo politico”
Dopo il successo elettorale e i 5mila partecipanti alla manifestazione contro lo ius soli a Roma, i poteri forti ci scatenano contro la magistratura più ideologizzata. Diventa così sempre più un caso politico il processo per gli scontri di Casale San Nicola, gli incidenti scoppiati dopo tre mesi di proteste pacifiche dei residenti e di militanti di CasaPound contro l’apertura di un centro di accoglienza in un comprensorio che ospita solo 250 famiglie”. Così CasaPound commenta le richieste di pena fino a 7 anni e 6 mesi formulate oggi dall’accusa nel processo che vede imputati nove esponenti del movimento a Roma.
“Siamo di fronte a richieste talmente esorbitanti, da suscitare sorpresa anche nel tribunale, che ha ritenuto di dare più tempo alla difesa, rinviando a ottobre la sentenza – prosegue CasaPound – Il pm, oltre a negare perfino le attenuanti generiche e incurante delle numerose testimonianze contrarie dei residenti, ha prodotto una ricostruzione tutta tesa a dimostrare che CasaPound non era lì per dare sostegno alla legittima protesta popolare, ma per portare a compimento un preordinato attacco alla polizia. Una ricostruzione assurda e smentita dalla nostra presenza senza soluzione di continuità al presidio di Casale San Nicola dal primo all’ultimo giorno senza defezioni, che non può che nascere dal pregiudizio di chi non vuole ascoltare le ragioni di chi c’era e non riesce a vedere la realtà di CasaPound”.