Agenzia delle Entrate: intimazione di pagamento ed estratto di ruolo Equitalia
Cosa è l’intimazione di pagamento?
L’intimazione di pagamento è un atto che l’Agenzia delle entrate – Riscossione, ovvero l’ente che ha sostituito Equitalia, notifica al cittadino. Tale atto è notificato al contribuente al fine di riattivare il procedimento di riscossione dei crediti amministrativi, erariali e previdenziali, ed è finalizzato ad evitare il decorso dei termini di prescrizione del diritto a riscuotere le somme affidate dagli enti impositori. L’’intimazione di pagamento ha un notevole valore poiché, molto spesso, è l’’ultimo atto notificato al contribuente prima dell’’inizio di una procedura esecutiva o dell’applicazione di una misura cautelare.
All’interno dell’intimazione vi è un invito a pagare, entro 5 giorni dalla ricezione, le somme indicate in ordine cronologico secondo la presunta data di notifica, riportate da una o più cartelle. Nelle successive pagine, contenenti il dettaglio del debito, ogni cartella riporta l’indicazione dell’’ente impositore, la tipologia di debito, la data di notifica e degli importi del debito iniziale e del debito residuo.
Cosa fare se si riceve un’intimazione di pagamento?
È fondamentale che il cittadino si rechi tempestivamente da un avvocato esperto nella materia tributaria poiché le intimazioni contengono molte insidie. La prima cosa da appurare è se le cartelle di pagamento siano state notificate in modo corretto. A tal fine è necessario che il contribuente, o il suo Avvocato di fiducia, si rechi presso gli sportelli dell’agente della riscossione per chiedere una copia della cosiddetta relata di notifica, dalla cui analisi potrà essere verificato se siano stati eseguiti correttamente tutti gli adempimenti previsti dal codice di procedura civile nonché dalle norme specifiche che disciplinano la notifica delle cartelle di pagamento.
È molto importante controllare che il diritto a riscuotere le cartelle di pagamento non sia già prescritto al momento della notifica dell’intimazione di pagamento. Qualora l’Avvocato di fiducia abbia accertato l’effettiva prescrizione delle somme richieste nella cartella, sarà necessario impugnare l’intimazione innanzi al giudice competente per materia nei termini di legge.
Cosa è l’estratto di ruolo?
Qualora il contribuente intenda verificare la propria situazione debitoria, può recarsi presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione e richiedere una copia dell’estratto di ruolo. Tale verifica può avvenire anche online se il cittadino è in possesso del PIN, dispositivo rilasciato dall’Agenzia delle Entrate o dall’INPS. L’estratto di ruolo è essenzialmente un documento, elaborato con mezzi informatici, contenente tutte le indicazioni relative ad ogni singola cartella di pagamento notificata dall’anno 2000 in poi, nonché tutti i dati inerenti le iscrizioni a ruolo in essa contenute. Infatti, l’estratto di ruolo riporta il numero di cartella e la data della presunta notifica, il numero di ruolo e la data di affidamento all’agente della riscossione, le informazioni sull’ente impositore, ovvero l’amministrazione o l’ente pubblico che richiede il pagamento, le informazioni sul debito e l’anno di riferimento dello stesso.
A seguito del ritiro del proprio estratto di ruolo, qualora il contribuente avesse dubbi sull’effettiva ricezione delle cartelle di pagamento, potrà chiedere, da solo o con l’aiuto di un professionista specializzato nella materia tributaria, una copia delle relate di notifica. Potrà inoltre verificare se i carichi ancora esistenti presso il concessionario siano prescritti.
L’estratto di ruolo può essere impugnato?
A questo proposito, la giurisprudenza e dottrina hanno determinato orientamenti contrastanti ed altalenanti tra i giudici di legittimità e di merito.
Infatti, nel corso degli ultimi anni, molti giudici hanno ritenuto l’estratto di ruolo dapprima impugnabile e successivamente non impugnabile poiché ritenevano che questo era privo di alcune caratteristiche tipiche del ruolo e della cartella di pagamento e, talvolta, anche perché si sosteneva che il contribuente non avesse un reale interesse ad agire e quindi non fosse legittimato a ricorrere avverso ad un semplice estratto.
Tutti i contrasti sono stati risolti nel corso del 2015, quando la Suprema Corte di Cassazione, con una pronuncia resa a Sezioni Unite, ha definitivamente statuito che il contribuente che sia venuto per la prima volta a conoscenza di un debito mediante il rilascio da parte del Concessionario di un estratto di ruolo, potrà regolarmente impugnare la cartella di pagamento e/o il ruolo in esso contenuti. Dunque, secondo la Suprema Corte, il contribuente non dovrà più attendere una successiva intimazione ma potrà impugnare unitamente all’estratto di ruolo anche la precedente cartella mai notificata.
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