Aversa. Villano: “Da due mesi solo mercato delle poltrone, città abbandonata”
“Agli occhi della città oggi è stato stabilito un principio, in consiglio comunale c’è chi ha un prezzo e c’è chi questo prezzo non se lo è fatto mettere. C’è chi ha rinnegato un anno di critiche feroci e di opposizione per smania di potere. E poi c’è lui, il sindaco, che pur di non abbandonare la poltrona non ha esitato a svendere la sua dignità politica, rompendo la maggioranza che lo ha fatto eleggere per raccattare consiglieri di minoranza”. E’ duro il capogruppo del Partito democratico Marco Villano che torna su alcuni temi caldi del momento a cominciare dal rimpasto di giunta.
“Il sindaco del va tutto bene dovrebbe andare a rileggersi i verbali dei consigli comunali (avrei voluto dire guardarsi le registrazioni dello streaming delle sedute ma non sono stati capaci nemmeno di garantire questo servizio) per capire dove ha portato l’amministrazione della città. Per rimanere in quella stanza e su quella poltrona non ha esitato a imbarcare in maggioranza uno dei suoi più fieri oppositori e in giunta uno, che fino a ieri, era considerato dai suoi il principale artefice del disastro economico della città. Per essere più chiari hanno dato alla giunta Sagliocco le colpe delle difficoltà finanziarie dell’ente e hanno messo lo stesso assessore, Rossi, alle finanze, poi hanno dato a Capasso, che era capogruppo, la delega all’urbanistica. Purtroppo non va tutto bene, come notano ogni giorno i cittadini. Non hanno mai brillato per efficienza ma da mesi non stanno più amministrando la città perché il sindaco si è concentrato sulla campagna acquisti, il cui unico fine era avere mani libere per affrontare le questioni. Non si spiegano altrimenti il defenestramento di quella che era stata l’anima critica dell’amministrazione e l’aver scaricato anche il vicesindaco in carica che aveva ottenuto anche un forte mandato popolare. Il tempo e i prossimi atti ci diranno se sono riusciti nel loro intento. Noi continueremo a batterci per mandarli a casa, prima che sia troppo tardi”.