Roma. Presentata la proposta di macro regione del Sud

“Il Mezzogiorno d’Italia è stato sempre inteso come una colonia all’interno dell’Italia, ha subito i modelli e le regole del Nord Italia quando si è fatta l’unità, e questo l’ha gravemente penalizzato. Adesso, il problema non riguarda più solo il Mezzogiorno d’Italia, ma tutto il nostro territorio, che rischia di diventare una colonia all’interno dell’Unione Europea”. Così i Dirigenti Nazionali partenopei del Movimento Nazionale per la Sovranità, di Alemanno e Storace, Rosario Lopa e Alfredo Catapano.

“Però, il problema di fondo è che al Governo, si superino anche quelli che possono essere i vincoli costituzionali di eccessiva autonomia regionale, e deve immaginare un progetto di sviluppo del Mezzogiorno. Grazie alla proposta avanzata questa mattina alla Camera dei Deputati a Roma, della legge Costituzionale per l’ introduzione della macro regione meridionale, da parte del Movimento Nazionale per la Sovranità, si potrà realizzare un progetto per un nuovo Mezzogiorno, un vero e chiaro manifesto per il Sud, con il ricambio non solo generazionale, ma di quella parte della classe dirigente del Meridione che ha dimostrato di non funzionare. Con lo sviluppo istituzionale della macro regione si potrà accelerare il profilo riformista”.

“Le riforme, quelle economiche e sociali, ma anche della pubblica amministrazione, con gli assi produttivi di sviluppo come: l’agroalimentare, il turismo, le università, l’imprenditoria,  la creatività giovanile, la logistica. Queste realtà devono essere la base di un piano nazionale, su cui l’Italia deve saper concentrare le risorse della nuova programmazione europea. Il meridione è in perenne lotta con il proprio ritardo di sviluppo rispetto alla media europea, promuovere e accettare la sfida di disegnare un nuovo Mezzogiorno, che non ripeta gli errori e le vergogne del vecchio meridionalismo ma che, all’opposto, non faccia finta che questo problema non sia centrale per il destino della nazione Italiana. Se c’è un progetto credibile, una capacità progettuale forte e una capacità di concentrare fondi sul Mezzogiorno, si può tornare a vedere sia l’Italia che l’Europa come un’opportunità”.

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Redazione

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