Strasburgo. Trattato di Marrakech, Adinolfi: “Riguarda diritti fondamentali persone con disabilità visive”
Oltre 26 milioni di individui nel mondo sono parzialmente o totalmente ciechi. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccontano che solo il 5% dei libri pubblicati nei paesi altamente sviluppati sono editi con formati accessibili. Di fatto, il non vedente parziale o totale è completamente tagliato dalla crescita culturale che passa attraverso la lettura di un libro.
Il Trattato di Marrakech va proprio in questa direzione: facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa. Facilitazioni che potrebbero passare attraverso l’uso dell’audio, del Braille o, quando possibile, la possibilità di inserire caratteri ingranditi o in versione elettronica.
«Come è possibile che l’Unione europea non si adoperi per ratificare al più presto il trattato di Marrakech dopo averlo firmato da più di un anno? È una questione di civiltà. Questo è quanto chiedevo nella plenaria del 29 aprile 2015. Dopo oltre due anni, spero che le direttive ed il regolamento votati diano una decisa accelerata alla ratifica del trattato da parte dell’Unione Europea». Queste le dichiarazioni di Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle e membro della Commissione cultura del Parlamento europeo, poco dopo il suo intervento in plenaria.
«A mio avviso, tuttavia, si sarebbe potuto evitare la previsione di uno schema di compensazione». L’europarlamentare Cinque Stelle si riferisce alla somma da corrispondere ai titolari dei diritti ogni qualvolta si voglia fare una copia di un libro in formato accessibile. «Dobbiamo vigilare affinché lo schema di compensazione non sia applicato soltanto per la tutela del profitto economico e a danno dei diritti delle persone – aveva detto Adinolfi in plenaria – La tutela delle persone ha la precedenza sul resto e non deve essere soltanto sbandierata a parole come purtroppo spesso avviene».