(VIDEO) Crollo palazzina Torre Annunziata, otto le vittime del crollo: bilancio definitivo
Sono state recuperate le salme delle due ultime vittime del crollo di Torre Annunziata (Napoli). A confermarlo il sindaco Vincenzo Ascione, presente sul posto dall’alba: ”Da pochi istanti è stato estratto il corpo senza vita del piccolo Salvatore Guida. Poco prima era stata recuperato il corpo senza vita della sorella Francesca”. Con i due fratelli sale a otto il numero delle vittime del crollo della palazzina di quattro piani avvenuto ieri mattina in via Rampa Nunziate.
Ipotesi e polemiche sulle cause – A vederla quella palazzina crollata in via Rampa Nunziante a Torre Annunziata (Napoli) sembrava una sfida alla sicurezza, alla fisica, e alla logica. Cinque piani, quattro più l’attico dell’architetto Giacomo Cuccurullo, impiegato dell’Ufficio tecnico del Comune di Torre Annunziata, a picco sulla linea ferrroviaria Napoli-Salerno, ed affacciata sulla litoranea Marconi. Oggi c’ è l’obbligo di costruire a 60 metri minimo dai binari. Nel 1955, quando fu realizzata, si poteva fare di tutto. “Da giovane andavo a trovare degli amici in quella palazzina – racconta l’ ex assessore ai Lavori pubblici, Antonio Irlando, in carica tra il 2014 e l’ inizio del 2016 – e quando passavano i treni le pareti tremavano…”. Ma – secondo le prime valutazioni dei tecnici – non sono stati i treni a far cadere la palazzina. E mentre si estraggono i primi corpi dalle macerie partono interrogativi e polemiche. “Certo, era un palazzo messo male” dice il sindaco di Torre Annunziata, Enzo Ascione, eletto a giugno. Mi dispiace che un tecnico del Comune non abbia potuto accorgersi della situazione perché qualche segnale avrebbe dovuto esserci”. “La gente aveva già espresso preoccupazioni per quei lavori – dice l amministratore del condominio “Residenza a mare”, che si trova di fronte allo stabile crollato – qualche avvisaglia di pericolo c’era già stata”.
Mentre la città piange i suoi morti (chiusi molti negozi per lutto e anche i lidi balneari), tocca ora alla magistratura accertare l’eventuale presenza di responsabilità alla base del crollo di un’intera ala della palazzina anni Cinquanta stretta tra il mare e la ferrovia. Nulla da fare per le famiglie Guida e Cuccurullo che abitavano al terzo e al quarto piano della struttura. Ne’ per la sarta di 65 anni Pina Aprea che viveva da sola. L’unico a farcela, incredibilmente, è stato il canarino giallo di uno degli inquilini dello stabile. La cesta in cui si trovava gli ha fatto da scudo protettivo.
Al Comune erano pervenute due Scia (segnalazione certificata di inizio attività) dice il sindaco Ascione per lavori di manutenzione ordinaria. Ma al primo piano – secondo l’ ex sindaco Giosuè Starita – in un appartamento vuoto i nuovi proprietari avevano avviato lavori di sostituzione del pavimento. “Mi pare probabile che una negligenza tecnica durante i lavori, come la manomissione di un putrella, possa aver compromesso la statica della palazzina. Si parla di manutenzione ordinaria, poi magari si faceva altro”. In un altro appartamento, pure attualmente vuoto, al secondo piano si svolgevano lavori classificati come manutenzione ordinaria. “Ma spesso – dice l’ex assessore Irlando – si parla di manutenzione ordinaria solo per sfuggire alla lentezza della burocrazia delle autorizzazioni”. La palazzina crollata, aveva le strutture portanti in tufo ed i solai in cemento armato. Ma l’attico ed alcuni varchi aperti negli anni nell’ edificio – secondo Irlando – potrebbero aver avuto ripercussioni sulla statica. Il crollo è avvenuto in un angolo, nella parte retrostante della palazzina. Mentre la facciata, che guarda il mare, è rimasta intatta.
(ANSA)