Aversa. Omicidio Vincenzo Ruggiero, Guarente chiede scarcerazione al Riesame
Novità sull’omicidio Ruggiero, avvenuto, lo scorso 7 luglio in via Boccaccio ad Aversa, probabilmente, il cui corpo è stato occultato in un garage di Ponticelli.
Guarente, il reo confesso assassino del 25enne commesso della Carpisa, un 35enne, ex militare della Marina, poi divenuto cuoco in sevizio come civile per lo stesso Corpo della Marina Militare, dichiaratosi omossessuale e soggetto dedito alla prostituzione tramite siti specializzati, con i psudonomi, di Grinder Boy oppure Lino, attraverso il suo legale, l’avvocato Dario Cuomo, ha richiesto la scarcerazione al Tribunale del Riesame di Napoli, la cui data è stata fissata per il 4 settembre. Da fine luglio il 35enne, originario di San Giorgio a Cremano, ma residente a Giugliano di Napoli, responsabile del macrabo e orribile assassinio di Vincenzo, un giovane, solare ed amato da tutti, ossessione di quest’ultimo soggetto, che per anni è stato il compagno di Heven, la coinquilina ed amica della vittima, ora vorebbe tornare in libertà, o al massimo punta ai domiciliari, il tutto senza che il corpo della vittima, sia stato ritrovato del tutto, mancano, come scritto in precedenza, testa e avambraccio, non solo, sono ancora in corso le indagini, e i sopralluoghi dei periti della Procura di Napoli Nord, detentrice del caso, e del perito della famiglia Ruggiero, la dottoressa Sansone, che stanno ricostruendo, dinamiche, spostamenti e tracce, dei movimenti di Guarente e dei sui complici, di cui uno è già in carcere, vale a dire il pregiudicato Francesco De Turris di Ponticelli ma si cercano ancora altri complici. Inoltre dal giorno dell’arresto di Guarente e dopo la falsa confessione, dove i dettagli riferiti non corrispondevano al vero come riscontrato dagli inquirenti, è stato rinchiuso prima nel carcere di SMCV, poi in quello di Poggioreale, dove si trova attualmente unitamente al complice De Turris e al padre di Vincenzo, Luigi.
Guarente non ha mai più risposto alle domande degli inquirenti, il Gip Rafffaele Coppola e del PM Vittoria Petronella del Tribunale di Napoli Nord, avvalendosi della facoltà di non rispondere, non ha mai mostrato pentimento o intenzione di collaborare per chiarire cosa sia accaduto e il perchè dell’omicidio, ora vorrebbe tornare in libertà. La commissione giudicatrice del Riesame è la decima sezione ordinaria. Il tutto a pochi giorni dal ritrovamento, di un pozzo degli orrori, poco distante dal garage di Ponticelli, scoperto dall’antropologo forenze nominato dalla Procura, il dr Maurizio Cusano, dove sono stati trovati frammenti ossei, sangue e fluidi corporei, mandati in laboratorio per essere esaminati, mentre si attende il risultato del test del DNA, sulle parti del corpo trovato nel garage, identificato come ignoto 19, visto che non vi sarebbe ancora certezza che si tratti del corpo di Ruggiero, ma per gli inquirenti e la famiglia della vittima, vi è quasi la certezza che si tratti del proprio congiunto. Si ipotizza, anche che la linea difensiva di Guarente possa basarsi su una possibile perizia pschiatrica, per avere delle attenuanti e non rischiare l’ergastolo,anche se data la condotta di Guarente e la lucidità mostrata in questi mesi, non danno adido a credere che non fosse capace di intendere e volre sia quando ha pianificato l’acquisto della pistola 7,65 fornitagli dal De Turris, poi l’appostamento in casa di Vincenzo, poi i due spari, l’invio dell’SMS a Francesco ,l’amico con cui aveva appuntamento quella sera Vincenzo, a segure il trasporto in un sacco nero del corpo del 25enne e la sepoltura nel garage sotto molto cemento, con l’aiuto dei complici. A queste domande dovranno rispondere chi di competenza, quello che è certo che i familiari, gli amici e tutti i cittadini chiedono giustizia per questo omicidio ingiusto e inumano.
Christian de Angelis