Aversa. Vincenzo Ruggiero, Criscuolo “Un destino segnato dall’abbandono”

“La storia di Vincenzo ha avuto un epilogo crudele. Dopo 20 anni trascorsi a contatto con la comunità lgbt il dato che oggi intendo sottolineare è lontano da ogni strumentalizzazione politica o morbosità giornalistica. Più volte come nel caso del femminicidio ho fatto presente la inutilità di parlare di omicidio di “femmine” trattandosi di essere umani coinvolti in fattispecie di reato rivolte ad ogni genere. Diversa invece è la condizione di disoccupazione, violenza e disuguaglianza sociale che si concentra in zone del territorio nazionale, in particolare al Sud , dove si consumano la maggior parte degli omicidi non solo verso donne”. Lo dichiara Rosa Criscuolo, segretario Radicali Caserta.

“Anche nel caso di Vincenzo (leggi qui) ci troviamo a dover accendere un faro sulla ricerca ridicola della specificità di genere di un omicidio. Perché si parla di omicidio gay? La colpa risiede nella strumentalizzazione della politica delle associazioni lgbt soprattutto quelle locali. La politicizzazione delle stesse, soprattutto in chiave elettorale, ha dato origine ad una ben più evidente ghettizzazione della comunità. Avere responsabilità politiche di una comunità è cosa diversa da “gestire” e incanalare in un ghetto delle vittime della società. Sembra che ci si sforzi di far crescere in cattività una “specie differente di essere umani” che chiaramente sente in modo più acuto la distanza dal resto della società. Da questa riflessione reputo fondamentale l’apertura delle associazioni locali a metodi diversi di approccio alle problematiche soprattutto che portino all’apertura e al coinvolgimento di soggetti non per forza di cose facenti parte della comunità lgbt”.

“La famiglia di Vincenzo, da quanto apprendo dai media, rappresenta il tipico nucleo familiare ad aver bisogno di un supporto delle istituzioni attraverso un percorso psicologico offerto dalle ASL magari, che aiutasse loro ad accettare la “diversità” delle scelte amorose del figlio. Ho ascoltato troppi casi di questo tipo ed il problema ha sempre natura culturale e di metodo, cosa che non si riesce a superare per le questioni succitate. La vergogna, l’ipocrisia e l’indifferenza sono parole che si fingono di non sentire e ci si illude di aver raggiunto dei risultati con carri e ostentazioni in pubblico mentre il vero lavoro deve essere fatto ad personam e con il supporto delle istituzioni. Bisogna cambiare verso”.

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Redazione

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