Imprese, Confapi: Regione Campania inadeguata su fondi
«La riforma Bassanini è stata una riforma che ha penalizzato lo sviluppo economico sociale del nostro Paese, all’indomani dello show di “Mani Pulite”. In poche parole, siamo passati da una responsabilità certa e facilmente accertabile, quella politica, ad una responsabilità frammentata nei vari rivoli in cui si dipana il processo amministrativo e decisionale della Pubblica Amministrazione».
Lo ha detto Gianpiero Falco, presidente Confapi Napoli.
«Da qui, quindi, lo sconforto che ad una brillante decisione politica di investimento, non sempre corrisponde un effetto esplosivo del moltiplicatore degli investimenti, connessi al progetto finanziato. Questo perché tale investimento – aggiunge Falco – viene dilatato in un tempo molto elevato, tanto che gli effetti dell’investimento stesso o sono minimi o non sono prodotti affatto, poiché magari il mercato di riferimento ha cambiato trend».
«E allora che si fa? Bisogna ritornare, secondo noi, a quelli che sono stati i tempi passati e cioè restituire alla politica la regia delle scelte, mantenendo alta, si intende, la tensione del controllo della liceità degli atti, che essa stessa realizza nelle sue decisioni. E non potrebbe essere diversamente, perché in questa situazione succede che il processo decisionale si affoga, si ferma, perché ognuno dei funzionari impegnati nelle scelte, tende a rifiutare responsabilità personali o peggio tende a sfruttare la situazione di predominanza contrattuale nei confronti degli imprenditori interessati alla realizzazione degli investimenti».
«Se noi dovessimo pensare ai soldi che negli ultimi vent’anni sono tornati a Bruxelles per l’incapacità di spesa della nostra Regione Campania, dovremmo fare un amara riflessione e cioè: 1) tutti gli Enti locali non sono dotati di un parco progetti finanziabile; 2) i funzionari della Regione Campania non sono in grado di istruire quindi i finanziamenti richiesti alla Comunità Europea. Per il primo punto, contrariamente a quanto dichiarato dal presidente Gentiloni, crediamo che l’unica soluzione sia quello di centralizzare la problematica, tramite l’istituzione di una società pubblica o meglio pubblico-privata per l’intervento straordinario del Mezzogiorno, in grado di garantire sia la progettazione che l’accesso al finanziamento della stessa. Per il secondo punto – conclude Falco – credo sia meglio mettere mano alla riforma Bassanini che ha creato la classe dei nuovi ricchi e cioè dei burocrati irresponsabili».