Sgomberi, Viminale studia l’uso di beni confiscati alle mafie
Utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata. E’ una delle ipotesi più concrete allo studio per le linee guida sugli sgomberi degli edifici occupati di cui si discuterà domani al Viminale in una riunione con il ministro dell’Interno, Marco Minniti. La direttiva punta a coinvolgere e responsabilizzare prefetti e sindaci, ma si valuta anche di coinvolgere il sociale, non solo attraverso gli organi delle amministrazioni comunali deputati a questo settore, ma anche tramite associazione qualificate.
Nell’incontro con Minniti indicherà ed esaminerà con i suoi collaboratori come definire le linee guida. Al centro anche, ma non solo, il tema dei migranti. Non è ancora deciso, invece, sottolineano fonti del ministero, quando la circolare Minniti, che deve ancora essere messa a punto, verrà emanata.
La prossima settimana, poi, Minniti avrà un incontro con la sindaca di Roma Virginia Raggi per fare il punto sulla situazione degli sgomberi. La riunione, che verterà sui temi migranti, accoglienza e politiche abitative, a quanto si apprende, è stata chiesta dal Campidoglio nell’ambito dei “buoni rapporti e costanti contatti istituzionali”.
L’ipotesi di usare i beni confiscati potrebbe venire incontro anche alle osservazioni e alle critiche che spesso, in passato, sono state mosse in merito al mancato riutilizzo o a un utilizzo non ‘virtuoso’ dei beni confiscati alle mafie. Alcuni organi di stampa avevano invece fatto riferimento all’ipotesi che il ministero dell’Interno procedesse a far requisire edifici pubblici vuoti. Ipotesi che appare però – spiegano fonti del Viminale – non praticabile anche da un punti di vista giuridico.
Le linee guida sugli sgomberi, saranno una ‘costola’ del cosiddetto pacchetto Minniti-Orlando varato tra aprile e febbraio scorsi che si occupa di sicurezza nelle città e comprende già misure sugli sgomberi degli edifici occupati. La direttiva che arriverà dal ministro nei prossimi giorni, diretta a prefetture e questure, prenderà quindi le mosse proprio da quel provvedimento per fornire un quadro più stringente sul piano operativo riguardo alla gestione degli sgomberi, al rapporto tra Prefetture e Comuni, alla ricerca di soluzioni abitative alternative come premessa per procedere agli sgomberi, così da evitare situazioni di disordine e disagio sociale.
(ANSA)