Carinaro. Whirlpool, Comitato Salvaguardia Diritti Lavoratori: “Si rispetti accordo”
Il comitato di salvaguardia dei diritti dei lavoratori Whirpool, dopo le proteste del maggio scorso, che portarono ad una apertura dell’azienda, concedendo la rotazione ai 130 esclusi, oggi emana il seguente comunicato
“Dopo le nostre veementi proteste, l’azienda il 15 maggio u.s. presso confindustria Caserta, si rese disponibile a far ruotare anche noi esclusi che ci troviamo a CIGS a 0 ore, dal 1 giugno. Questa operazione doveva concludersi al massimo, come si legge dal comunicato, entro ottobre. Ad oggi, sono stati integrati solo una decina, sempre amici degli amici, senza criterio alcuno, lasciando al palo gli altri. Senza spiegazioni e senza stipendio. L’unica spiegazione che danno, almeno i sindacati, è la classica “alzata di spalle”. Ora la sottile pressione, va verso il Gruppo SERI, che dovrebbe, almeno sulle carte, re-industrializzare il sito di Teverola, assorbendo una parte degli esuli Whirpool ed una parte anche di coloro che adesso già sono occupati a Carinaro. I sindacati e l’azienda, si sono trovati di fronte però, la diffidenza dei lavoratori, che in massa hanno detto no al passaggio, chiedendo il rispetto dei patti, e linee chiare per questa re-industralizzazione.
A questo punto l’azienda ha rinnegato il patto per la rotazione, ha mandato in frantumi l’accordo con il sindacato, esautorandolo di ogni potere, subordinando il tutto al passaggio dei lavoratori alla SERI. Minaccia questa, ben poco velata. Quindi noi “panchinari” restiamo alla mercè di accordi beceri e di poco valore, restando sempre esclusi da ogni coinvolgimento lavorativo. Abbiamo fatto presente che le scelte fatte dall’azienda per il tramite dei sindacati sono state sempre fatte solo sulla base di simpatite ed amicizie, e che si trovano tutt’ora impiegati anche coniugi. Marito e moglie che lavorano ambedue nello stabilimento, facendo restare fuori persone che potrebbero invece godere di un salario per poter vivere degnamente. Ma tutte le porte ci sono state chiuse. L’azienda è solo protesa a dare l’immagine di una bella famiglia, ma in realtà non è cosi. Non ammette proteste ne accordi democratici. Non vuole sentire ragioni, e stanno pressando, vertici aziendali e sindacati, affinché si accetti o il licenziamento volontario o il trasferimento alla SERI. Noi questo non lo accettiamo, entro la fine di ottobre agiremo legalmente, abbiamo già dato mandato ad un noto giuslavorista aversano, per tutelare i nostri diritti, lesi da questi comportamenti corporativi.”