Cesa. Dissequestrati i beni all’imprenditore Massaro Domenico e sua moglie

Quattro società, complessi immobiliari, terreni, ville, conti correnti, autovetture, questo il compendio di beni sequestrati dalla Dda di Napoli all’imprenditore di Cesa Domenico Massaro lo scorso 12 luglio. Ieri è giunta la decisione del Riesame di Napoli che ha disposto il dissequestro e la restituzione dei beni.
Difeso dai penalisti Enzo Guida ed Antonio Mirra, è stata annullato il decreto di sequestro emesso dal Gip del Tribunale di Napoli. Massaro assieme alla moglie è stato coinvolto in una indagine complessa, condotta dal Guardia Di Finanza di Napoli e Bologna sfociata in una serie di misure che avevano portato in carcere 12 persone, 4 agli arresti domiciliari ed il sequestro preventivo di 1.177 (millecentosettantasette) immobili, 211 veicoli, 59 società, 400 rapporti bancari, per un valore nominale complessivo di circa 700 milioni di euro.
L’iniziativa giudiziaria riguarda l’operatività di un gruppo criminale legato a diversi clan camorristici (clan MALLARDO, clan DI LAURO e clan DEGLI SCISSIONISTI, clan PUCA, clan AVERSANO, clan VERDE, clan PERFETTO), operante in diverse Regioni italiane – quali Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Lombardia – con base prevalente e genetica in Campania ed attivo in diversi settori illeciti, primi fra tutti quello degli investimenti immobiliari e quello delle truffe alle assicurazioni. L’attività oggi eseguita rappresenta lo sviluppo di indagini svolte negli anni precedenti e che avevano portato al sequestro di un’imponente lottizzazione abusiva a Melito (il ed PARCO PRIMAVERA) ed al sequestro di ingenti provviste economiche. Oltre alla accusa di associazione mafiosa, diversi altri reati erano stati contestati agli indagati, dall’usura, al riciclaggio, dall’intestazione fittizia alle truffe assicurative. E proprio in ragione di quella che era l’accusa di intestazione fittizia mossa nei confronti di Morlando Antimo, detto “A Mucia”, ritenuto esponente di spicco dei clan, si era giunti al sequestro preventivo del complesso patrimoniale di Massaro. Infatti il Morlando era stato ritenuto dalla DDa il reale proprietario delle aziende di Massaro, considerato una sorta di “testa di legno”.
La difesa dell’imprenditore, peraltro molto noto nell’intera zona, ha dimostrato non solo la inesistenza della accuse, ma anche la mancanza di qualsiasi interferenza di associazioni criminali nella vita delle aziende del MAssaro, definito, dalla stessa Dda di Napoli, vittima di estorsione in altri processi a clan locali. Con questa decisione del Tribunale del Riesame, che ha annullato il sequestro preventivo, i beni tra breve ritorneranno nella disponibilità dell’imprenditore di Cesa.

Redazione

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