Napoli. Mangiacapra: “Solo contro tutti per il sesso sicuro della comunità LGBT”
I vertici dell’associazione Plus Onlus, costola di Arcigay, nata da alcuni ex attivisti sieropositivi di Arcigay, hanno accusato lo scrittore e avvocato Francesco Mangiacapra di “sierofobia”, ovvero di discriminare i sieropositivi e di creare allarmismo sulla diffusione dei contagi HIV per il solo fatto di difendere l’utilizzo del preservativo. Plus Onlus, infatti, è da qualche tempo impegnata a pubblicizzare la somministrazione di farmaci antiretrovirali a persone sane, a scopo “preventivo”: propone in sostanza di sostituire l’utilizzo del preservativo con la somministrazione di farmaci che normalmente vengono utilizzati per chi è sieropositivo. Mangiacapra dal canto suo, pubblicando diverse testimonianze di persone sieropositive che volutamente contagiavano persone sane con lo scopo di sollecitare la scoperta di un vaccino o di un antidoto all’hiv, non ha di fatto stigmatizzato l’intera categoria di persone sieropositive che fanno associazionismo ma ha probabilmente pestato i piedi ad alcune associazioni che dichiarerebbero di fare lotta all’AIDS ma che di fatto hanno sostituito la propaganda al preservativo a quella per la PrEP, farmaco non ancora approvato dall’Aifa, che di fatto costituisce un incentivo a fare sesso non protetto. Associazioni che, sostenendo di fare informazione sulla PrEP (distruggendo 30 anni di campagna per il preservativo e innescando socialmente l’idea che esista un’alternativa a esso), arrivano addirittura a consigliare dove acquistare il farmaco su internet al miglior prezzo. La PrEP non dovrebbe sostituire il preservativo, stando a quanto indica la stessa casa farmaceutica, soprattutto perché non è sicura quanto il preservativo e non esclude da contagi di MST. PLUS Onlus, invece, implicitamente ammette che di fatto la PrEP sia rivolta proprio a chi non utilizza il preservativo, categoria che a dir loro non andrebbe discriminata. In un momento in cui ancor di più chi non utilizza il preservativo dovrebbe essere informato in maniera corretta, e non certamente giustificato per la sua insana scelta, il presidente di PLUS Onlus rilascia questa dichiarazione a difesa proprio di chi NON usa il preservativo: “c’è una parte minoritaria di popolazione, anche gay, che non usa il condom. Non mi interessa entrare nel merito: non lo usa o lo usa in modo incostante. Quindi che vogliamo fare? Continuiamo a discriminare chi fa scelte difformi dalla maggioranza? Smettiamola, subito!”. La posizione di Arcigay non è diversa, anch’essa è a favore di questo farmaco. Farmaco molto discusso e discutibile che divide le opinioni. E forse da parte di chi dovrebbe rappresentare l’intera collettività LGBT sarebbe doveroso rispecchiare anche la diversità di opinioni. E così, mentre in Africa le persone muoiono di AIDS perché non arrivano i farmaci antiretrovirali, in Italia alcune associazioni si battono invece affinché la Sanità pubblica paghi gli stessi farmaci a persone non sieropositive che vogliono assumerli a titolo preventivo per inibire il contagio HIV. Tutto ciò solo perché non vogliono usare il preservativo.
La replica di Mangiacapra: “A causa delle mie campagne per il sesso protetto, sono continuamente sotto attacco da parte di un gruppo di sieropositivi che difende l’idea che fare sesso senza preservativo sia una libertà e non un atto socialmente pericoloso. Ho molta paura, non per me, perché utilizzo sempre il preservativo, sono sano e non negozio la mia salute come hanno fatto questi individui. Ho paura perché esistono “untori” che con l’idea che il sesso non protetto sia una libera insindacabile scelta infetteranno molte persone meno mentalmente strutturate di me. Comprendo la gravità dello stigma verso i sieropositivi, fortunatamente oggi i farmaci che azzerano la viremia rendono le persone sieropositive non infettive, quindi ciò che spaventa non è la sieropositività in sé ma è il comportamento a rischio di chi continua imperterrito a fare sesso non protetto o, peggio ancora, a ritenere che questo comportamento sia un diritto acquisito. Ciascuno è libero di suicidarsi come preferisce ma diventare infetti e pretendere di poter liberamente infettare altre persone non è una libertà personale perché coinvolge la collettività tutta e non solo i soggetti che si imputerebbero consenzienti. Legittimo tutelare le persone sieropositive e la loro sensibilità ma è prioritario combattere il comportamento a rischio (che certamente non afferisce a tutte le persone sieropositive) di chi propaganda il sesso non protetto affinché sia ben chiaro che vanno stigmatizzati i comportamenti a rischio e non le persone, e che queste ultime non vanno distinte in base allo stato sierologico bensì in base ai comportamenti corretti o rischiosi. Che poi tutti i comportamenti rischiosi portino a diventare sieropositivi, è un dato di fatto scientifico, non un discrimine, non un pregiudizio, non un moralismo. Trovo gravissimo che qualche associazione prenda soldi per pubblicizzare dei farmaci come alternativa al preservativo, e che addirittura si definiscano “pillole del buon sesso”, come se il sesso protetto fosse sesso cattivo, limitante, scarso o poco gratificante. Fare sesso senza preservativo è un comportamento altamente rischioso per la propria salute, per quella altrui e per la salute pubblica, e ciò indipendentemente dal consenso immediato (che non sempre corrisponde a una corretta informazione). Per questo, non può esistere nessuna libertà di propagandare il sesso non protetto: pubblicizzare l’idea di fare sesso promiscuo senza precauzioni e di essere liberi di farlo è un atto socialmente grave, e lo diventa ancor di più se chi lo fa non ammette di essere malato o – peggio ancora – insinuando l’idea che fare sesso senza preservativo non sia effettivamente un rischio e che si possa comunque restare sani. Non vedo perché mai un sieropositivo dovrebbe sentirsi stigmatizzato dalle mie affermazioni se, coscienziosamente usa il preservativo. Se poi fare sesso senza preservativo è una prerogativa o una scelta di alcuni sieropositivi – non di tutti, ovviamente – allora la condanna è, lo ripeto,al comportamento irresponsabile e non allo stato sierologico. Ciascuno assegna alla propria salute un livello di importanza: io assegno un’importanza totale scegliendo di non negoziarla e non tollero che chi non si preoccupa della propria salute possa avere il diritto di discutere di quella altrui né delle libertà che inficiano la salute pubblica che, evidentemente, libertà non sono ma solo pericoli sociali che si pretende di spacciare per libertà. Riflettete tutti su come la convenienza politica non coincide con la salute pubblica e distrugga 30 anni di campagna per l’uso del preservativo”.