Roma. IV Municipio, Antonini: “Domani in consiglio con i residenti del Tiburtino III, pronti a bloccare i lavori”
Domani si svolgerà il primo consiglio del IV Municipio dopo una pausa estiva durata ben trentacinque giorni. Alla luce dei recenti fatti che hanno coinvolto la popolazione del Tiburtino III, Mauro Antonini – responsabile politico per il Lazio di CasaPound Italia – auspicava la convocazione di un Consiglio Straordinario che avesse in oggetto le sorti del centro d’accoglienza di Via del Frantoio, invece all’ordine del giorno ci sono i ‘pareri’. Per questo, insieme ai residenti del Tiburtino III, sarà in Consiglio a chiedere che i cittadini siano ascoltati prima che la bomba sociale esploda.
“La situazione di Tiburtino III doveva essere affrontata già da tempo – afferma Antonini – ma la Giunta grillina ha preferito tergiversare fino al punto di non ritorno. Il presidente Della Casa non può pensare di cavarsela semplicemente dissociandosi, come si legge in un post sulla sua pagina Facebook, ‘da ogni forma di violenza e di strumentalizzazione politica’ dei fatti. Se, trovandosi in una situazione di pericolo come questa, ha intenzione di prendere spunto dalla proverbiale ‘strategia dello struzzo’ e di nascondere la testa sotto la sabbia, farebbe meglio a lasciare il suo incarico a qualcuno di meno pavido e più competente. È innegabile l’assoluta inconciliabilità tra i cittadini e gli inquilini del centro d’accoglienza di Via del Frantoio, alla luce di quanto accaduto nel quartiere. Pensare di pompare ancora altro degrado in un territorio già così martoriato è da incoscienti, e mi sento in dovere di offrire il mio appoggio ai tanti cittadini onesti e perbene del quartiere, trattati come dei criminali razzisti e facinorosi”.
“Costringerò il consiglio municipale di domani (l‘appuntamento è in via Tiburtina 1163 alle 11, ndr), che verterà sui ‘pareri’, ad ascoltare anche il mio: convocare un consiglio ad hoc al Tiburtino III, dove a parlare saranno direttamente i cittadini del quartiere – termina Antonini – L’errore imperdonabile del presidente Della Casa sta nello scegliere come interlocutore privilegiato la Croce Rossa, gestore del centro di Via del Frantoio, non pensando di coinvolgere propedeuticamente i romani che vivono il territorio. Siano i cittadini a decidere cosa è meglio per loro, senza l’intromissione di chi ha tutto l’interesse a che quel centro d’accoglienza continui a vivere e, perché no, prosperare”.