Brasile. Battisti, Temer revoca status rifugiato politico
“Adesso dobbiamo solo esprimere rispetto per le decisioni del presidente brasiliano e per le sue valutazioni che attendiamo con grande fiducia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, parlando del caso Cesare Battisti a margine di una iniziativa a Milano. “Noi abbiamo fatto un grande lavoro – ha aggiunto – meno proclami si fanno in questo momento più probabilità ci sono di arrivare all’obiettivo”.
Passo in avanti vero la possibile estradizione di Italia di Cesare Battisti. Il presidente brasiliano Michel Temer avrebbe deciso – secondo quanto riportano i media locali – di revocare l’asilo politico all’ex terrorista dei Pac (Proletari armati comunisti) condannato, in Italia, all’ergastolo per quattro omicidi. Ora l’ultima parola spetta però al Supremo tribunale federale (Stf), chiamato a decidere se accettare o meno il riconoscimento dell’habeas corpus (l’istituto giuridico a tutela delle libertà individuali) invocato dai legali dell’ex terrorista nel settembre scorso, quando l’Italia era tornata a sollecitare l’estradizione.
E reiterato solo pochi giorni fa, quando Battisti era stato arrestato a Corumba, nel nord della Bolivia, in quello che molti hanno letto come un tentativo di fuga dal Brasile per sfuggire alla possibile procedura di rientro in Italia. Che lo stesso ex terrorista ha tentato però di smentire: “Non stavo fuggendo, in Brasile sono protetto”, aveva detto in un’intervista ad una tv brasiliana, ribadendo che “sarebbe illegale rimandarlo in Italia”. Secondo fonti vicine a Temer citate dai media brasiliani, se Luis Fux, il magistrato dell’alta corte che deve esaminare il caso, tardasse troppo nel prendere una decisione, l’ufficio legale della presidenza potrebbe emettere un parere ufficiale che renderebbe inevitabile l’estradizione di Battisti verso l’Italia. Le stesse fonti hanno spiegato che comunque “l’opzione meno probabile” è che il Stf conceda all’ex terrorista l’habeas corpus.
La vicenda ha avuto degli sviluppi inattesi mercoledì della scorsa settimana in seguito all’arresto di Battisti al confine boliviano per sospetto traffico di valuta e riciclaggio. Anche se un giudice d’appello gli ha concesso la liberta’ provvisoria, per mancanza di prove, nel governo brasiliano si e’ fatta strada l’idea che un crimine di natura fiscale potesse rafforzare le motivazioni giuridiche per la sua estradizione in Italia. E molti avevano scommesso sulla decisione di Temer di annullare l’asilo politico concesso all’ex membro dei Proletari armati per il comunismo nel 2010 dall’ex presidente Lula.
Battisti, intanto, e’ tornato nella sua casa sul lungomare di San Paolo dopo tre giorni di carcere nel Mato Grosso. Visibilmente soddisfatto, con tanto di birra in mano immortalata dai fotografi, anche se con l’obbligo di non lasciare la zona senza autorizzazione della giustizia e di presentarsi ogni mese in tribunale. Fonti diplomatiche italiane pur ricordando che l’esito della vicenda al momento non è ancora scontato, alla luce del pendente ricorso giurisdizionale al Stf, ricordano che c’è piena fiducia nel governo brasiliano con il quale si intende rilanciale le già ottime relazioni. Il governo italiano nei mesi scorsi è tornato alla carica con la richiesta formale alle autorità brasiliane, affidata dal ministro degli Esteri Angelino Alfano all’ambasciatore a Brasilia, di riavviare le procedure per l’estradizione di Battisti.
(ANSA)
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