Caserta. Lectio magistralis del prefetto Ruberto e del giudice Magi al Liceo Manzoni
Palazzo vecchio sede della prefettura sarà aperto al pubblico per visite guidate in occasione delle feste nazionali, lo ha detto il prefetto di Caserta S.E. Raffaele Ruberto durante il convegno che si è tenuto nella mattinata nell’aula magna del Liceo Manzoni di Caserta dal titolo “Organizzazioni malavitose a confronto: la n’dragheta e la Camorra”. Organizzato dal centro studi ed alta formazione maestri del lavoro d’Italia e dal Museo Olivetti, l’incontro si inquadra nel magistero degli insigniti della stella al merito del lavoro. I relatori sono stai introdotti dalla dirigente scolastica Adele Vairo, che ha illustrato al rappresentante del governo le potenzialità del suo istituto e come è aperto alla società esterna. La mattinata è stata condotta dalla Cavaliere del Lavoro Stefania Brancaccio del CeSAF, e conclusa dal consigliere presso la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione dott. Raffaello Magi.
Suggestivo l’inno d’Italia cantato dagli studenti quando protagonisti sono entrati sala, altrettanto la recitazione del brano di Viviani ” Bammenella ‘e copp’e Quartiere” letto dal prof. Massimo Santoro.
Il prefetto ha fatto un’analisi storica del fenomeno ‘Ndrangheta e sull’etimologia della parola che ha origini greche e che si è protratta fino al 1600 quando, si narra dei tre fratelli spagnoli sbarcati sull’Isola di Favignana, ed in particolare Osso, votandosi a San Giorgio, fonda la mafia, Mastrosso, devoto alla Madonna, in Campania dove organizza la Camorra, e Carcagnosso che con l’aiuto di San Michele Arcangelo, punta sulla Calabria dove da vita alla ‘ndrangheta. Organizzazioni malavitose che col tempo si sono differenziate e che oggi si sono estese su tutto il territorio nazionale, tanto che in Comuni sciolti per infiltrazioni ci sono al nord del paese come al sud.
Del cambiamento della camorra napoletana e in particolare di quella di Casal di Principe si è soffermato Raffaello Magi, giudice a latere del processo Spartacus”. Una carrellata informativa dall’uccisione di don Diana fino alla strage di Castelvolturno del 2008 quando si parlò di un modello Caserta per fronteggiare il fenomeno.
“Si è trattata di una lezione del tessuto della nostra società- ha tenuto a precisare la Cav. del Lavoro Stefania Brancaccio – Un’analisi storica che va inquadrata nel diritto piuttosto che nelle giornate della legalità di cui molto spesso si fa un abuso. Conoscere un fenomeno significa anche sapersi difendere e prevenirlo.”
Il prossimo appuntamento, con il Manzoni del CeSAF, così come ha anticipato il presidente Mauro Nemesio Rossi, riguarderà gli eventi della rivoluzione del ‘68 che tanto incise nel tessuto dell’Italia. Saranno i protagonisti di quel periodo a raccontarlo, tra cui la stessa Stefania Brancaccio che è stata definita dalla Rai “ragazza del Sessantotto” dall’omonima trasmissione che va in onda in prima serata su Rai3 alla domenica.