‘Lotta all’abusivismo’, Procura S. Maria C.V. chiede rettifica notizia de Il Mattino di Caserta
L’Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, rappresentato dal Procuratore dott.ssa Maria Antonietta Troncone, intende che vengano operate le opportune rettifiche all’articolo di stampa pubblicato sul quotidiano “II Mattino”, in data 5 ottobre 2017, a pag. 7 “Primo Piano” – Le inchieste del Mattino – a firma di Lorenzo luliano, avente il seguente titolo: “La Lotta All’abusivismo – Demolizioni, costì alle stelle lite Comune-Procura sulle cifre”.
Tale articolo, per talune affermazioni in esse contenute, non corrisponde al vero. Gli atti procedimentali contengono tutti gli elementi per poter confutare alcune delle conclusioni alle quali è pervenuto l’articolista; quando le relative procedure saranno completate, la lettura dei suddetti atti darà contezza della correttezza dell’operato di questa Procura. Pur tuttavia, nella fase attuale di svolgimento delle procedure, pur ritenendosi doveroso contestare alcune asserzioni, non appare opportuno, onde
dimostrare l’infondatezza di quanto affermato, utilizzare un mezzo pubblico di divulgazione per esternare tutti i dettagli relativi alle suddette procedure. Ed invero, l’interesse alla riservatezza degli atti ha, in questa fase, un rilievo superiore rispetto a quello pur legittimo della esatta ricostruzione delle attività svolte da questa Procura, da sempre impegnata nell’affermazione della legalità e nel rispetto della legge, anche in sostituzione degli Enti inadempienti.
Quanto detto costituisce la premessa per esplicitare che ciò che si dirà avrà un rilievo solo di carattere generale mentre, con riferimento alle singole procedure menzionate nell’articolo di stampa, si daranno soltanto alcuni ragguagli di massima, non essendo questa la sede per fornire tutti i dovuti chiarimenti in ordine alle esatte procedure relative alla esecuzione delle demolizioni dei manufatti abusivi, che riguardano sempre sentenze divenute irrevocabili. Ciò detto, s’intende precisare che errata è la parte dell’articolo in cui si adombra l’esistenza di “liti” tra il Comune di Castel Volturno e la Procura, in merito all’importo delle cifre necessarie per attuare la demolizione di alcuni manufatti abusivi. Al fine di dimostrare l’erroneità di quanto affermato, occorre fornire alcuni chiarimenti di carattere generale sulla procedura seguita per addivenire alla demolizione dei fabbricati abusivi, in esecuzione dell’ordine di demolizione emesso dal giudice con sentenza di condanna irrevocabile.
Preme precisare che la modalità in cui è strutturata la procedura esecutiva di demolizione non costituisce una peculiarità di questa Procura, bensì è conforme a quella seguita nell’ambito del distretto della Corte di Appello di Napoli. Nell’ambito di tali procedure, è indispensabile pervenire alla nomina di un consulente tecnico, ai sensi dell’articolo 359 c.p.p., la cui opera è necessaria, atteso che il momento dell’esecuzione penale quasi sempre arriva molti anni dopo la commissione dell’abuso, ragione per la quale è indefettibile identificare compiutamente il manufatto e valutare la esatta ed analitica situazione dei luoghi, che a distanza di tempo può essere suscettibile di modifiche.
Va anche precisato che la scelta del consulente avviene in base alle sue qualità professionali, nell’ambito di un elenco distrettuale di tecnici ed esperti del settore edilizia, aventi la qualifica di Architetti, Ingegneri e Geometri, fornito dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli, settore demolizioni, seguendo un criterio di turnazione. Detti CTU sono a disposizione di tutti gli Enti pubblici. Nella relazione del C.T.U. deve essere ben chiarita e giustificata la non convenienza del ricorso al Genio Militare rispetto all’utilizzo dell’impresa privata; infatti, così come previsto dall’art. 41 del D.P.R. n. 380/2001, dagli artt. 61-63 del D.P.R. n. 115/2002 (Testo Unico delle spese di giustizia) e dalla Circolare del Ministero della Giustizia n. 62/4/13-2186 del 20.11.1997, si provvede all’esecuzione scegliendo la condizione meno onerosa. .Si tenga ben presente, però, che il Genio Militare, da una parte, utilizza il prezzario della Regione Lazio (che contiene prezzi di molto superiori a quelli della Regione Campania, dall’altro, non assicura tutti i servizi necessari che, invece, sono sempre garantiti dalle imprese private (ad esempio: lo smaltimento e le spese di trasporto dei rifiuti in discarica autorizzata, gli abbattimenti parziali, la responsabilità civile verso terzi).
Allo stato attuale, nessuna demolizione è stata eseguita dal Genio Militare, proprio in virtù della non convenienza dei servizi prestati. Il costo finale delle consulenze disposte dalla Procura, apparentemente alto rispetto alle valutazioni fatte dai geometri comunali, è un costo che viene determinato applicando le tariffe del “prezzarlo regionale” dei lavori pubblici della Regione Campania (il più recente è stato approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 359 del 13 luglio 2016, pubblicata sul B.U.R.C. n. 48 del 18 luglio 2016, in riferimento alla legge regionale del 27 febbraio 2007, n. 3). Tale tariffario rappresenta i costi di un’operazione eseguita a regola d’arte e non in modo generico, includendo anche i costi di trasporto in discariche autorizzate, quelli atti ad assicurare la sicurezza degli operanti, nonché quelli del ripristino dello stato dei luoghi (di notevole entità), ed ancora quelli rubricati nella voce “imprevisti” pari al 10% (fondamentali per evitare eventuale sospensione dei lavori, appunto, in caso di accadimenti sopraggiunti). A ciò si aggiunga i costi dellTVA pari al 22 %. I costi totali delle due demolizioni riportate nell’articolo di stampa in oggetto, pari a euro 89.326,38 e a euro 1.070.771,43, non sono altro che il totale complessivo calcolato dal C.T.U. che rappresenta, per quanto sinora detto, la risultante dei seguenti parametri:
- importo lavori demolizione, come da computo metrico in base al tariffario della Regione Campania;
- costi della sicurezza intrinseci;
- costi della sicurezza estrinseci;
- costi di imprevisti pari al 10%;
- – IVA pari al 22%;
- onorario del CTU (che generalmente viene drasticamente ridotto dalla Procura).
Ovviamente, nell’ipotesi in cui sopraggiunga alcun imprevisto, la relativa voce non viene liquidata e l’importo conscguentemente decurtato del 10%. Per quanto concerne la procedura per la quale il costo è stato stimato in euro 89.326,38, è pervenuta presso quest’Ufficio nota del Comune di Castel Volturilo, con la quale si comunicava l’avvenuta conclusione di gara svolta a trattativa privata per l’affidamento dei lavori di demolizione del manufatto, a seguito della quale “l’importo di aggiudicazione per tutti gli interventi era risultato essere pari ad euro 26.000, oltre oneri di sicurezza”. In tale nota, non si specificava a quanto ammontavano gli oneri sopra indicati, né era precisato se la cifra suddetta fosse o meno comprensiva di IVA. Inoltre, non era chiarito se fossero compresi o meno i costi di smaltimento in discariche autorizzate, quelli della direzione dei lavori e di ripristino dello stato dei luoghi, né della previsione dell’importante voce “imprevisti”. Mancava, inoltre, l’indicazione della ditta aggiudicatrice dei lavori, per cui non era possibile verificare se la stessa fosse o meno in possesso della
certificazione antimafia, elemento che la Procura ha interesse ed onere specifico di verificare.
Peraltro, la quantificazione in euro 26.000 operata dal comune deve ritenersi superata da parte dello stesso Ente comunale che ha trasmesso a quest’Ufficio nota del 30 settembre 2017 (pervenuta in data odierna) a firma del funzionario responsabile, in cui si afferma che la cifra effettivamente necessaria per effettuare la demolizione, è di 70.000 euro (e non già di 26.000, come in precedenza affermato), cifra per la quale l’ufficio tecnico del Comune di Castel Voltano chiede all’Ufficio Ragioneria lo stanziamento ai fini della demolizione del manufatto de quo. Non viene precisato se la cifra sia o meno comprensiva di Iva, ma
come è evidente essa non si discosta sensibilmente da quella determinata dalla Procura, ove si pensi che, in caso di. mancato verificarsi di eventi imprevisti, essa sarà decurtata del 10%. Quanto al costo stimato di euro 1.070.771,43 per l’altra procedura menzionata nell’articolo di stampa, si precisa che il manufatto in oggetto (Hotel American Palace) è ubicato in zona sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale. Esso è costituito da cinque piani fuori terra in c.a., di circa 700 mq cadauno, oltre a un piano seminterrato dedicato a parcheggio di circa 1500 mq e ad un ulteriore livello di fondazione di c.a. della medesima superficie per ben 38 unità immobiliari, oltre le pertinenze, per un totale di oltre 24.000 metri cubi. Ciò, ovviamente, incide sulla onerosità della procedura demolitoria. Appare inoltre opportuno precisare che l’Autorità Giudiziaria interviene solo dopo una prolungata inerzia degli Enti comunali che avrebbero dovuto intervenire per l’acquisizione degli immobili in questione e per la relativa demolizione, né gli Enti comunali hanno il potere di sindacare le procedure giudiziali di demolizione.
Infine va chiarito che l’Ufficio di Procura, come qualsiasi ufficio giudiziario, deve anzitutto perseguire l’obiettivo dell’affidabilità dei soggetti a cui viene affidato qualsiasi incarico di natura tecnica, per cui non può disporre gare, ma solo procedere ad affidamenti diretti fiduciari, cosi come disposto dall’alt. 655, comma 1 del c.p.p., sia pure nell’ambito di un elenco di ditte selezionate dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli. Ulteriore terna riguarda la frequente necessità, nelle procedure di demolizione, del ricorso ad un’anticipazione del finanziamento da parte della Cassa Depositi e Prestiti, cosa ben diversa da un mutuo, così come asserito nell’articolo di stampa in questione. Si rammenta, infine, che le procedure seguono un iter condiviso in sede distrettuale, tant’è che, nell’anno 2008, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha stipulato, con la Procura Generale e le altre Procure del distretto, il protocollo d’intesa che ricomprende tutte le fasi salienti della procedura, per effetto del quale le scelte operate non sono unicamente frutto di scelte operate dalle singole Procure della Repubblica.