Sant’Arpino. La Polfer insegna sicurezza nelle scuole

Se è vero che la sicurezza viaggia in treno stavolta, anziché passare per le solite stazioni, si ferma direttamente nelle scuole. E’ proprio qui che la Polizia Ferroviaria,  confermando la sua natura di “polizia di prossimità” per eccellenza, ha fissato una serie di incontri con i ragazzi durante i quali discutere dei pericoli nascosti nelle stazioni ferroviarie. 

Il progetto didattico si chiama “Train …to be cool” ed è finalizzato a trasmettere ai ragazzi l’idea che le regole debbano essere  guardate non come qualcosa da disattendere per essere cool, ma come una serie di istruzioni utili per salvaguardare il loro bene più importante, cioè la propria vita e la sicurezza di chi è accanto. 

Nell’ambito di questo progetto, realizzato d’intesa tra il MIUR e l’ANSF( Associazione Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie) il personale del Compartimento Polizia Ferroviaria per la Campania ha incontrato, stamattina, gli alunni delle seconde e delle terze classi     dell’ Istituto “Rocco Cinquegrana” di Sant’Arpino, in provincia di Caserta, diretto dalla Professoressa Maria Deborah BELARDO. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile anche dalla collaborazione dell’ Università La Sapienza di Roma e della facoltà di Psicologia, in particolare della professoressa Stefania Giannini. Con gli studenti , gli operatori della Polizia Ferroviaria hanno interagito al fine di permettere ai ragazzi di  “allenarsi per essere fighi” che non significa sfidare le regole ma tutelare la propria vita.                                                “Gli investimenti ferroviari sono in aumento. Recentemente si sono verificati quelli  mortali di Casoria a febbraio di quest’anno e  di Recale a giugno. Il proliferare in rete di video – sfida che immortalano le nuove mode  provenienti maggiormente dall’America e dalla Russia,  come il  train surfing o il selfie col treno, ci spingono a fare chiarezza nel tentativo di educare i ragazzi ad un rispetto delle regole nate non come imposizione ma come tutela della incolumità generale”. Questo è stato messo in evidenza dal Sostituto Commissario Maria Pia Tranchino e dall’Assistente Capo della Polizia di Stato Michele Mele, che, con l’aiuto di diversi filmati e di slide, hanno mostrato  ai tanti ragazzi presenti le cause più frequenti degli incidenti ferroviari. Si tratta soprattutto di comportamenti che all’apparenza possono sembrare innocui, tanto sono entrati nel comune atteggiamento quotidiano, ma che per distrazione o disattenzione possono risultare pericolosi o addirittura fatali.

Quel che appare immediatamente chiaro è il desiderio di azzerare le tragiche statistiche che vedono coinvolti in incidenti ferroviari, ogni anno, moltissime persone e tra questi un’altissima  percentuale di ragazzi di età inferiore ai 20 anni. Si tratta spesso di incidenti di grave entità i cui protagonisti sono giovani autori di gesti irresponsabili o vittime  di distrazioni come l’uso delle cuffiette, l’utilizzo degli smartphone o anche sfide assurde ingaggiate con i treni solo per apparire fighi agli occhi delle community reali e virtuali.

Attraversare i binari “per fare prima”, muoversi sul marciapiede distrattamente spintonarsi mentre transita un treno, sedersi sul marciapiede o addirittura salire e scendere dal treno in movimento, rappresentano comportamenti ad altissimo rischio.

Gli operatori della Polizia Ferroviaria hanno raccontato storie realmente accadute e, rivolgendosi sia agli alunni che ai docenti, li hanno incitati a farsi portavoce di ciò che hanno appreso stamattina, proprio perché i rischi presenti nello scenario ferroviario sono tali non solo per i ragazzi ma rappresentano un serio pericolo per l’incolumità di tutti. 

Gli incontri, che proseguiranno per tutto l’anno scolastico 2017-2018 nelle scuole della Campania che ne fanno richiesta, mirano a mettere in evidenza come i giovani possano diventare protagonisti della loro vita senza per questo rischiare con pericolose e assurde sfide ma semplicemente avendo cura di seguire delle regole che servono a salvaguardare la propria vita.  

  Il progetto è già al suo terzo anno e ha trovato attuazione in oltre 100 istituti campani.                        

Anzia Cardillo.

Redazione

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