Forlì. Difende FN su internet, sindacalista CGIL cacciato: “Illegittima mia espulsione”
Paolo Anderlucci, ormai ex membro del Direttivo provinciale di FILLEA-CGIL e rappresentante sindacale aziendale eletto dai lavoratori di un importante azienda del forlivese, torna a parlare dopo l’espulsione dal sindacato dove lui stesso aveva espresso, a mezzo social, solidarietà a Forza Nuova, dopo gli scontri che l’8 dicembre hanno visto protagonisti a Forlì, i militanti di Forza Nuova e gli antagonisti.
“A sorpresa l’espulsione decisa dal Segretario Generale di CGIL, Paride Amanti, è viziata da illegittimità ed emergerebbe dalla lettura dello Statuto della Cgil al quale tutti gli iscritti sono vincolati, segretari generali compresi. L’adesione alla CGIL comporta l’accettazione dei principi e norme contenute nello statuto dell’organizzazione che si descrive democratica e da qui la democrazia quale carattere fondante. L’espulsione – ribadisce Anderlucci, ai sensi dell’articolo 3, effettuata direttamente dalle segreterie, senza preventivamente sottoporre la procedura agli organi statutari di garanzia può avvenire solo in caso di gravi condanne e nel caso l’iscritto svolga attività o affermi appartenenza ad associazioni con finalità incompatibili con lo stesso statuto (tra cui organizzazioni a carattere fascista, terroristiche, massoniche…). Stante che io stesso ho esclusivamente manifestato, con la propria opinione, solidarietà a Forza Nuova per gli atti subiti l’8 dicembre in Piazzeta della Misura esprimendo tuttavia ed a più riprese, la distanza intellettuale e politica dalla formazione di estrema destra, è evidente che non vi erano estremi statutari per l’espulsione attuata dal Segretario Generale Amanti”.
“Espellendomi e sottoponendomi ad una gogna mediatica quasi ad additarmi come fascista, il Segretario Generale di CGIL – sottolinea l’ex sindacalista – ha calpestato quanto sancito dall’art. 4 dello statuto, in base al quale gli iscritti e le iscritte a CGIL hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero ed il proprio diritto di critica con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. Inoltre, negato il mio diritto al dissenso”, incalza Anderlucci ed aggiunge, “se Paride Amanti avesse percepito l’incompatibilità con i principi fondanti dell’organizzazione avrebbe dovuto ricorrere al Comitato di Garanzia CGIL, un organismo statutario, una sorta di magistratura interna, con due gradi di giudizio, a cui è demandato il potere di inchiesta e di sanzione, nei riguardi di iscritti ed iscritte”.
“Sono pronto a scommettere che la questione non è stata sottoposta preventivamente a nessuno di questi organi, mentre l’espulsione è stata comunicata urbi et torbi. Sono tornati i tempi delle purghe in cui piccoli uomini resi grandi dal ruolo che ricoprivano decidevano delle sorti di altri. Alla luce di quanto sopra si riconoscono evidenti vizi che rendono il provvedimento neim iei confronti, illegittimo. Una sorta di licenziamento senza nè art. 18 nè contestazione preventiva. Insomma peggio dei padroni. Sul merito confermo tutto quanto già dichiarato e sottolineo che la manifestazione dell’estrema sinistra con pezzi di Cgil poteva, semmai, essere diretta a chi aveva concesso il permesso ai due militanti di Forza Nuova, di stare in piazza, che in quel momento esercitavano pieno diritto di manifestare raccogliendo firme, concesso da autorità pubblica. Tra l’altro – afferma e conclude Anderlucci – quel partito risulta essersi candidato più volte alle elezioni ed essere quindi ritenuto dalle massime istituzioni, anche di sinistra, coerente con i dettami costituzionali necessari per partecipare alle consultazioni e di conseguenza fare politica. Dissento dalla ideologia di quel partito, ma altrettanto dissento dall’azione provocatoria e sbagliata, sia nei modi che nei soggetti a cui rivolgerla scelti dalla Cgil. La democrazia è una cosa complicata. Per effetto di chi ha nei massimi vertici, la cui inadeguatezza appare evidente, la CGIL, in questa vicenda appare lontana dai propri ideali democratici al punto che forse, del Segretario Generale di Forlì, dovrebbe richiedere le dimissioni”.
http://www.larampa.it/2017/12/19/forli-difende-fn-sindacalista-cgil-cacciato-solidarieta-sinlai/