Marcianise. Maltrattamenti a moglie e figli
Nelle prime ore della mattinata odierna, personale della Polizia di Stato, delegata dalla Procura della
Repubblica di S. Maria C.V., ha eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in
carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale sammaritano – su conforme richiesta dell’Ufficio inquirente -,
nei confronti di Maietta Maglione Antonio, in quanto gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in
famiglia, lesioni personali aggravate dall’aver commesso il fatto in danno di minore e corruzione di
minorenne.
La misura restrittiva costituisce l’epilogo di una sollecita e delicata indagine diretta dalla Procura della
Repubblica e condotta dal Settore Anticrimine del Commissariato di P. S. di Marcianise, che, nell’arco di
poche settimane, ha consentito di svelare un contesto di vessazioni, violenze fisiche e psicologiche, cui
l’indagato assoggettava il suo nucleo familiare e, in particolare, la moglie ed il primogenito di 7 anni.
Le investigazioni sono scaturite dalla denuncia presentata l’ottobre scorso dalla moglie dell’arrestato, la
quale rivelava le umiliazioni e le sofferenze che era costretta a subire sin dall’inizio del rapporto coniugale,
iniziato nel 2007.
Dalla denuncia della vittima emergeva il comportamento illecito dell’indagato, caratterizzato, fin dal
principio, da sistematici insulti ed offese; le vessazioni psicologiche erano sovente accompagnate da
schiaffi, percosse e spintoni.
La donna dichiarava inoltre che analoghi comportamenti venivano tenuti ai danni dei due figli nati dalla
relazione – un maschio ed una femmina -, evidenziando la particolare violenza esplicata nei confronti del
primogenito, attualmente di 7 anni : sin dall’età di 4 anni l’aggressività del padre lo offendeva e percuoteva
per motivi banalissimi, spesso reagendo in misura sproporzionata a quelli che si possono considerare meri
capricci d’infanzia.
Secondo la narrazione della denunciante – corroborata da certificazione medica – la violenza di Maglietta
Maglione culminava, nel settembre 2017, in una lesione procurata, con una forchetta, sul dorso della mano
del figlio.
Le condotte dell’indagato nei confronti del minore, infine, sono degenerate in atteggiamenti sessualizzanti,
consistiti in palpeggiamenti del sedere e degli organi sessuali del figlio e nel denudarsi in sua presenza,
esibendo gli organi genitali e miniando gesti di autoerotismo.
Quale conseguenza delle menzionate condotte, il minore ha iniziato a manifestare inevitabili disagi
psicologici, come la balbuzie e una sempre maggiore insofferenza nei confronti del padre.
Decisiva per l’applicazione del provvedimento cautelare è stata proprio l’escussione del minore, il quale, alla
presenza di un’ esperta in psicologia delPASL di Casetta, nel corso di un’audizione spesso interrotta da un
pianto liberatorio, ha confermato con estrema coerenza quanto già raccontato dalla madre, offrendo ulteriori
dettagli che non hanno lasciato dubbi in ordine alla configurabilità delle condotte criminose contestate al
padre.