Napoli. Muscarà: “Mancati controlli sui deputatori, l’Arpac ammette le proprie omissioni”
“Avevamo chiesto all’Arpac delucidazioni sulla mancata pubblicazione dei dati sui controlli degli scarichi delle acque reflue degli impianti di depurazione di Salerno e Avellino. La risposta fornitaci, nel comunicato in replica alla nostra denuncia, conferma i sospetti che avevamo paventato. E non comprendiamo perché l’Arpac da un lato parli di accuse infondate, dall’altro ammetta addirittura la propria negligenza, puntando il dito su carenza di strumenti e personale, nonostante la Regione versi ogni anno nelle sue casse 54 milioni di euro. Da una rapida lettura dei dati, pubblicati sul sito istituzionale dell’azienda, appare piuttosto evidente che non c’è uniformità nell’attività di tutela ambientale in tutte le province campane e che il numero di controlli sia ben lontano dalle disposizioni dell’Ue”. E’ quanto denuncia la consigliera regionale M5S e componente della commissione Ambiente Maria Muscarà.
“Il depuratore di Manocalzati, in provincia di Avellino, che scarica le acque nel fiume Sabato, è stato sottoposto nel 2016 a due soli controlli, rispetto alla quota minima di 30 prevista dall’Ue. Peggio ancora nel Salernitano, con un solo controllo per depuratori di Scafati e Mercato San Severino e nessuno per quello di Angri. Tre depuratori i cui reflui confluiscono nel fiume Sarno, non a caso il più inquinato d’Europa. Altra storia per i depuratori di Marcianise e Caivano, controllati rispettivamente 25 e 26 volte, comunque al di sotto del limite minimo invocato dall’Europa. E’ paradossale, inoltre, che la dirigenza Arpac scarichi sui singoli Comuni competenza e responsabilità, mentre la normativa vigente attribuisce alle singole agenzie regionali per l’ambiente le funzioni controllo delle fonti e dei fattori di inquinamento delle matrici ambientali mediante attività di campionamento, sopralluogo e ispezione”.