Rifiuti, compostaggio e biodigestore: FN Salerno diffida sindaco Eboli e Regione

Forza Nuova Salerno, rappresentata dal responsabile provinciale Mario Pucciarelli, e l’Avv. Vincenzo Martucciello, Responsabile del Settore Legale Forza Nuova hanno inviato una diffida al Comune di Eboli e alla Regione Campania sulla “Realizzazione di un impianto di compostaggio e stabilizzazione delle frazioni organiche.. da realizzarsi nella zona PIP del Comune di Eboli”.

I forzanovisti sottolineano come l’impianto di compostaggio non risulta a norma. Non è stato redatto alcun piano di monitoraggio ambientale dell’area interessata e non è dato sapere quali conseguenze ambientali in questi anni si siano determinate nel sottosuolo e nelle falde acquifere ivi esistenti. Tanto anche a seguito dell’immissione di rifiuti organici in maniera superiore alla sua capacità di assorbimento.

Di seguito la diffida:

Il movimento politico Forza Nuova, facendosi portavoce degli interessi diffusi, della tutela alla salute e salubrità dei luoghi contesta la grave violazione delle norme, ivi compresa la mancata informazione anche ex art. 29 del Cod. dell’Ambiente (D.Lgs n. 152/06), per la “Realizzazione di un impianto di compostaggio e stabilizzazione delle frazioni organiche .. da realizzarsi nella zona PIP del Comune di Eboli”, sottolienando particolarmente la mancata regolare istruttoria VIA – VAS giammai svolta dalla Commissione V.I.A. – V.A.S. – V.I. – per presunta “implementazione”, la quale illegittimamente ha “deciso di escludere l’intervento dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale” senza redigere alcun piano complessivo su tutto il territorio interessato, valutando anche l’impatto delle discariche preesistenti e/o da realizzare, sia pubbliche sia private, con grave danno anzitutto alla salute e salubrità dei luoghi e, conseguentemente, alla politica economia del territorio, evocato da sempre all’agricoltura con alcune produzioni di eccellenza riconosciute anche in ambito europeo.

È vero che la procedura è giunta sino alla Conferenza dei Servizi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) presso la Regione Campania fissata per il 19 dicembre prossimo, ma nessuna nota è stata spesa per il fatto che tra Eboli e Battipaglia si pretende di realizzare un insediamento aziendale di riciclaggio di rifiuti composto da più di 20 impianti privati (per circa 2,5 milioni di tonnellate annue, equivalente a quasi tutto il fabbisogno regionale) e di 2 impianti pubblici, lo STIR di Battipaglia (per la frazione indifferenziata e la raccolta di oltre 35.000 tonnellate di frazione organica) e l’impianto di compostaggio di Eboli (un biodigestore con capacità annue di trattamento pari a 79.000 tonnellate di frazione organica dei rifiuti urbani); il tutto per un totale di circa 114.000 tonnellate all’anno, pari a tutto o quasi la
produzione di frazione organica dei rifiuti urbani dell’intera provincia di Salerno che è pari a 144.767 tonnellate annue (cfr. Rapporto Rifiuti Urbani – Ispra 31 ottobre 2017), cioè l’80% di frazione organica prodotta in tutta la provincia risulterebbe trattata in un territorio abitato dall’8% della popolazione provinciale.

Tale “indotto” economico dei rifiuti determinerebbe uno stravolgimento dell’assetto territoriale, esponendo a rischi incommensurabili la salute della locale comunità e la salubrità dell’ambiente – di cui non è stata fatta alcuna, pur doverosa, valutazione preventiva (valutazione statistica della crescita di malattie degenerative, ivi compresi malattie tumorali etc .., con incidenza sulla mortalità)-, oltre a compromettere definitivamente la vocazione agricola e turistica della zona, con conseguenti gravi danni economici ed occupazionali, di cui non è stata fatta alcuna doverosa valutazione preventiva di impatto.

Ed ancora ci si meraviglia che nessuno abbia valutato che l’area industriale, tra i comuni di Battipaglia ed Eboli, è contigua agli impianti serricoli ove si realizzano produzioni agricole intensive di alta gamma di eccellenza europea, di cui – guarda
caso – non vi è menzione alcuna nel progetto de quo, quasi come se ignorare il problema possa costituire una soluzione attuale.

RITENUTO CHE:
1) il piano regionale pubblicato sul BURC del 28/07/2016 non ha valutato il carico derivante dall’operatività dei 20 centri privati autorizzati. Il Rapporto Ambientale ai fini della procedura di VAS introdotta dalla direttiva 2001/42/CE , a cui è stato assoggettato il Piano, avrebbe dovuto valutare gli impatti cumulati come statuito nell’Allegato VI° alla parte II° del D.Lgs n. 152/2006 – VAS.

2) l’impianto di compostaggio non risulta a norma. Non è stato redatto alcun piano di monitoraggio ambientale dell’area interessata e non è dato sapere quali conseguenze ambientali in questi anni si siano determinate nel sottosuolo e nelle falde acquifere ivi esistenti. Tanto anche a seguito dell’immissione di rifiuti organici in maniera superiore alla sua capacità di assorbimento.

3) non risulta acquisito e neppure disposto, alcun monitoraggio epidemiologico finalizzato ad accertare l’esistenza di correlazione tra l’inquinamento ambientale derivante dalle attività degli impianti pubblici e privati operanti tra Eboli e Battipaglia, le discariche preesistenti ed abbandonate (zona Grataglie, zona Femmina morta) – giammai bonificate e/o messe in sicurezza -, e la crescita esponenziale di patologie tumorali registrate negli ultimi anni nelle comunità interessate.

4) Evidentemente insufficiente e/o carente è stato lo screening eseguito su singoli interventi connessi (compostaggio aerobico, digestione anaerobica e biodigestore in regime cogenerativo) giacché la valutazione deve essere seguita tenendo conto dell’effetto cumulativo dei diversi lavori e interventi realizzati (CGUE, sez. II, 28/02/2008, caso C-2/07, Abraham, § 28; CGUE, 17 marzo 2011, C275/09, § 36). La procedura è inammissibile e viziata, perché elusiva dell’obbligo positivo di effettività imposto dalla direttiva, uno screening frazionato per ciascun intervento modificativo, infatti, determina risultati parziali, non corrispondenti alla realtà effettiva, arrecando un ingiustificato favore agli esercenti l’attività controllata rispetto ad una valutazione globale, sull’incidenza complessiva di tutte le modifiche effettuate (Corte Cost. n. 209 del 2011), a tutela della salute pubblica. I criteri dell’Allegato III° alla direttiva 97/11/CE recepiti a seguito di procedura d’infrazione (2009/2086) con D.M. 52/2015 richiamano espressamente la norma CE, prevedendo nella fase di screening l’obbligatorietà della valutazione cumulata con altri progetti esistenti o preesistenti e/o da realizzare nell’area interessata.
5) La procedura di VAS, inoltre, non risulta conclusa non essendo stato pubblicato sul BURC il provvedimento finale. L’art 11 comma 5 del D.Lgs n. 152/2006 statuisce che “I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge”.

6) L’A.C., inoltre, non ha reso disponibile sul sito web (ex D.Lgs n. 46/2014) la documentazione per la partecipazione del pubblico al procedimento attraverso le “osservazioni”. Si evidenzia anche la violazione della L. n. 108/2001, di recepimento (ex art. 117 Cost.) del Trattato Internazionale conosciuto come “Convenzione di Aarhus” e la direttiva 2003/04/CE recepita con DL 195/2005.

ATTESO CHE
7) essendo stato stralciato dal Piano Regionale Rifiuti (ex L.R. n. 14/2016) il progetto del succitato biodigestore di Eboli, deve essere interdetta ogni tipo di autorizzazione ambientale di competenza regionale riferita al medesimo impianto di biodigestione;

8) vanno preservati gli interessi del Comune bloccando ogni iniziativa che interferisca, senza una specifica valutazione delle conseguenze, con il petitum del giudizio proposto innanzi al TAR – sez. di Salerno dalla società DESAR Energia S.r.l. contro il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Campania (pubbl. sul BURC n. 80 del 27/12/2011), in cui il Comune di Eboli è intervenuto ad adiuvandum; 9) in attuazione delle norme di tutela previste dal PRG, l’integrità ambientale e la destinazione agricola del territorio comunale vanno asseverate e confermate, secondo l’indirizzo politico-economico precedentemente espresso che non può essere immotivatamente violato e/o eluso da una decisione amministrativa e tecnica in variante, con una delibera del Consiglio Comunale, altresì in totale assenza di un’attenta analisi motivata e peritata. Lo stesso dicasi con riferimento alla zona di sviluppo dell’area P.I.P., la cui destinazione politico economica unitamente al preminente interesse collettivo alla salute e salubrità dell’intera collettività circostante (diritti naturali, costituzionalmente garantiti, di cui il Sindaco dovrebbe essere tutore) sarebbe gravemente compromessa dall’eventuale esito positivo della Conferenza dei Servizi prevista per il 19 dicembre prossimo. Tanto premesso, per tutti le motivazioni sopra esposte, ivi compresi i vincoli urbanistici preesistenti, le norme di tutela ambientale, l’obbligo di prevenzione e tutela della salute della comunità, della salubrità dei luoghi e di tutela del paesaggio cui è tenuto il Comune

DIFFIDIAMO la S.V.
1) affinché si opponga ad ogni decisione positiva, denunziandone i motivi anche all’Autorità Giudiziaria Competente, se ne sussistono i presupposti di legge, nella citata Conferenza dei Servizi del 19/12/2017, e per l’effetto chiedere, in via preliminare e/o nel merito, l’annullamento dell’intera procedura, con ogni conseguenza di legge. 2) a chiedere una verifica preventiva sui predetti 20 impianti privati di raccolta di rifiuti autorizzati, verificando e controllando – anche pianificando un necessario piano di controllo sistematico e non – lo stato in cui operano, gli eventuali danni che hanno arrecato e/o arrecano all’ambiente, accertare se e chi sversa sostanze tossiche e/o inquinanti, e se hanno ad oggetto solo materiale indifferenziato e/o anche organico; controllare a chi fanno capo, se intercorrono rapporti tra loro e i concessionari degli impianti pubblici, con i tecnici e gli operatori del settore, pubblico e privato, e come la loro mastodontica attività si interconnette con la programmazione regionale e gli interessi del Comune, e verificare quanto questo gravi sul costo complessivo del servizio pubblico a fronte del presunto inesistente, solo paventato, “beneficio” del biodigestore.

Il Responsabile provinciale Forza Nuova Salerno
Mario Pucciarelli

Il Responsabile del Settore Legale Forza Nuova
Avv. Vincenzo Martucciello

Redazione

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