Napoli. Baby gang, De Luzenberger: “Emergenza sociale e criminale”

C’è una gravissima emergenza sociale oltre che un’emergenza criminale, ed è da tempo che ne parlo. Purtroppo c’è una condizione dei giovani che vivono nella città di Napoli e che vivono nell’hinterland che è molto grave, in taluni quartieri sono totalmente abbandonati, ci sono pochi servizi sociali. La città di Napoli ancora ancora ha una sua organizzazione dei servizi sociali, pur nelle gravi carenze che registra, ma la periferia e soprattutto i comuni limitrofi sono in situazione ancora molto più grave.” Così Maria de Luzenberger, procuratore della Repubblica per i minorenni di Napoli intervenuta a Effetto Giorno di Simone Spetia su Radio 24 e aggiunge che i problemi sono “certamente famiglie di livello culturale molto basso, ragazzi che frequentano poco la scuola e un alta densità criminale perché” e sottolinea: “poi ovviamente la delinquenza minorile in qualche modo è collegata alla delinquenza degli adulti, cioè ci sono quartieri dove i ragazzi crescono assistendo quotidianamente ad attività illegali, attività di spaccio o quant’altro o addirittura queste attività si svolgono anche in casa e quindi i ragazzi crescono in questa realtà e non hanno riferimenti diversi perché non ci sono centri di aggregazione, non ci sono appunto servizi sociali, manca tutto in realtà”. Il Procuratore prosegue ad Effetto Giorno su Radio 24 spiegando : “È il contesto che è altamente inquinato, noi abbiamo avuto due fenomeni nel corso di quest’anno, adesso stiamo parlando di queste baby gang, di ragazzini molto piccoli che commettono violenze, apparentemente anche immotivate, solo per affermare se stessi e la propria presenza e marcare la propria presenza sul territorio, però abbiamo avuto nel corso dell’anno anche un altro tipo di fenomeno che è la scalata che è stata fatta da alcuni ragazzi, anche molto giovani, nelle fila del crimine organizzato e che si sono trovati anche in posizioni apicali, quella che è stata chiamata ‘La paranza dei bimbi’,  sono ovviamente fenomeni diversi però il contesto è lo stesso”. Sul ruolo della scuola il procuratore a Radio 24 spiega: “La scuola da sola non è sufficiente diciamo ci vorrebbero anche i doposcuola, dei centri per le famiglie, un sistema di tutoraggio e la possibilità di mandare dei tutor anche nelle famiglie. La scuola da sola non può risolvere questa situazione che certamente è molto più complessa.” e chiude sottolineando: “Comunque sicuramente una delle prime azioni da fare è quella del portare il più possibile questi ragazzi a scuola visto che comunque registriamo un alto tasso di elusione dell’obbligo scolastico”.

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Redazione

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