Trentola Ducenta. Tabernacolo chiesa San Giorgio Martire, ancora scontro tra fedeli e Don Michele

Non si placano le polemiche sul tabernacolo della chiesa San Giorgio Martire di Trentola Ducenta, oggetto di un restauro non autorizzato. Dopo lo scontro tra parroco e fedeli a colpi di comunicati stampa, i fedeli hanno interpellato i Beni Culutrali i quali hanno sottolienato che il parroco non ha mai avvisato gli uffici per iniziare i lavori.

Questo è il racconto di un’altra fedele presenta all’incontro dell’altra sera con Don Michele.

“Se l’amore e la pace sono virtù del cristiano, lo devono essere anche del sacerdote. A queste due virtù aggiungerei anche la “sincerità ” fa parte del buon Cristiano. Ieri ero una delle 53 persone presenti in parrocchia per parlare con il parroco che preciso: non era in procinto di uscire per l’adorazione, ma quando sono arrivata con gli altri, era chiuso nello studio con una persona. Abbiamo aspettato fino a quando è uscito e con toni pacati abbiamo chiesto che fine avesse fatto il tabernacolo e i pezzi mancanti dell’ altare. Alla sua risposta ironica e ridendo in faccia a tutti e non solo comitato e coro della chiesa , come citato dai giornali, ci siamo arrabbiati. Premetto che essendo della comunità conosco i presenti e all’incontro con don Michele c’erano anche rappresenti di altri gruppi: addolorata, ministranti , catechisti, Caritas e tanti altri fedeli. Non capisco perché il parroco menzioni solo i due gruppi? Io ero presente ed ho visto. Quindi chiederei al parroco di placare il suo animo, non puntare il dito e aprire il suo cuore ed essere gentile ed educato con i fedeli. Alle tante chiacchiere dette dal parroco e altri fedeli senza sapere nulla, risponde finalmente Mario Andolfi uno dei responsabili dei beni culturali che ha dichiarato: “Il parroco non ha chiesto ai nostri uffici nessuna autorizzazione per il restauro. Inoltre non doveva estrapolare il tabernacolo per l’intervento di restauro, non è la tecnica indicata ma al contrario il lavoro va effettuato sul posto. Il parroco è stato chiamato dai nostri uffici il giorno seguente ed è stato intimato a bloccare i lavori effettuati senza nessun permesso. La settimana prossima saremo presenti in chiesa per visionare e portare l’altare alla sua origine”.

Noi tutti fedeli (e non alcuni gruppi) non abbiamo aggredito il parroco con le mani come qualcuno ha pensato ma semplicemente abbiamo chiesto spiegazioni che di diritto spettano a noi fedeli, come egli stesso invita sempre a fare. A questa richiesta il parroco ha risposto: “qui decido io, non devo dare spiegazioni a nessuno”. Deturpare le bellezze che custodiamo in chiesa, che gestisce il parroco ma non sono di sua proprietà “, non può e non deve fare ciò che vuole. Sono beni della Chiesa. Aggredire è una parola forte che non è mai stato l’abito delle persone che il parroco ha menzionato, come di tutti coloro che erano presenti. Persone distinte, lavoratrici, umili e soprattutto che collaborano per la parrocchia, come potevano aggredire il parroco? Al contrario da persone corrette hanno chiesto di parlare ed avere spiegazioni. Infine ci auguriamo una rinascita pacifica tra parroco e fedeli, e ci scusiamo se in tanti abbiamo alzato la voce. Infine pubblicamente chiediamo a chi non era presente di non inventare e giudicare. Tutti insieme perdoniamo don Michele per il suo linguaggio poco consono avuto nei nostri riguardi”.

Redazione

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