Caserta. Il numero uno della pallavolo femminile Fabris ospite della Volalto

Giornata importante quella vissuta oggi, lunedì 5 febbraio, dalla Golden Tulip VolAlto Caserta. Il club guidato dal presidente Nicola Turco ha ricevuto, infatti, la visita del presidente nazionale della lega Pallavolo serie A Femminile, Mauro Fabris.
Per la prima volta la più alta carica della Lega è stata ospite del club di Terra di Lavoro. Una cosa resa possibile grazie all’incessante lavoro portato avanti dal massimo dirigente rosanero, un lavoro a 360 gradi volto a far divenire la VoLAlto club di spessore sempre più importante. In mattinata il presidente Turco ha condotto Fabris a Castel Volturno. Allo studio la possibilità di ospitare qui una tappa del prestigioso Lega Volley Summer Tour, lo spettacolo del beach volley che ogni estate è ospitato da alcune delle più importanti spiagge della penisola.
Poi il massimo dirigente rosanero e Fabris sono stati ricevuti dal sindaco di Caserta, dr Carlo Marino. Il primo cittadino ha esposto a Turco ed al numero uno di via Copernico il progetto riguardante la costruzione del palazzetto dello sport interamente dedicato alla pallavolo, un progetto che va in parallelo con il progetto volaltino di puntare alla serie A1.
Infine, la visita ai nuovi studi di Tele Prima. Qui Fabris ha “colloquiato” con il massimo dirigente della VolAlto registrando una puntata speciale di “Passsione VoLAlto”.(in onda lunedì sera alle 21:30 can 91dgt).
Tanti i temi affrontati. Si è parlato della riforma dei campionati tanto voluta dalla Federazione, ma che trova forte opposizione a livello di Lega e sulle cui posizioni la VolAlto è in perfetta sintonia con Fabris.
” Già in sede di Consiglio Federale ho ribadito l’inutilità di continuare a proporre per i prossimi anni la A2 a 20 squadre (con doppio girone) visti i risultati di iscrizione degli ultimi anni – ha detto il presidente della Lega –  l’anno scorso, ci siamo opposti alla pianificazione della Fipav di portare dal Campionato 2017-2018 la Serie A2 a 20 squadre e chiedemmo di di rimanere con la serie A2 a girone unico a 14 squadre. L’impostazione data dalla Lega Femminile sul rigore dei bilanci delle società di Serie A, la realtà esistente delle squadre attualmente in serie A2 e l’analisi dei costi e dei benefici confermavano che si era intrapreso un percorso virtuoso che aveva portato un maggiore interesse dei media e degli sponsor e un aumento del pubblico. La Lega aveva la convinzione che fossero necessarie almeno un paio di stagioni di assestamento della vecchia composizione dei due massimi Campionati per evitare che si generassero troppe rinunce da parte delle neo promosse e un conseguente impoverimento tecnico dei Campionati, con un forte rischio di diminuzione di interesse generale al nostro movimento”.  Una eventuale modifica dei tornei comporterebbe secondo Fabris
“Un abbassamento generale del livello tecnico in quanto si sono inserite molte nuove squadre dalla Serie B1 e circa 100 nuove atlete. Una disparità tecnica nella divisione dei gironi. Innalzamento dei costi delle atlete: con l’aumento della domanda al fine di soddisfare le esigenze di 20 squadre, le buone atlete adatte per la A2 sarebbero contese da più Club. La perdita della caratteristica nazionale del Campionato”.
A chi obietta che così si potrebbe anche risparmiare sulle trasferte, Fabris, trovando piena sponda anche in Turco specifica che “sarebbe un risparmio irrilevante, perché la divisione geografica penalizzerebbe alcuni Club rispetto ad altri e in ogni caso la formula del Campionato con fasi a incroci tra i due gironi determinerebbe trasferimenti in tutta la penisola”. “Senza contare il discorso sponsor nazionali  – aggiunge invece Turco – che sarebbero poco propensi ad investire su di un campionato settorializzato da un punto di vista geografico”.
Nota dolente anche il capitolo straniere.
“Credo che un’analisi sul risultato che la Nazionale non ha colto agli Europei non possa essere ridotta alla questione straniere sì, straniere no. La fortuna non ci ha aiutato e siamo stati eliminati da una delle favorite. Quando si comincia con l’invocare l’autarchia, non si sa dove si finisce. E in ogni caso è inimmaginabile pensare di chiudere le frontiere per evitare che atlete di altri paesi vengano in Italia ad imparare”.
Fabris spiega meglio il concetto. “L’Italia ha vinto tanto in campo internazionale quando non c’erano limiti all’utilizzo delle straniere in campionato. A mio avviso più è competitivo il campionato, maggior beneficio ne avrà la Nazionale. Un torneo dove le atlete italiane, come i giovani talenti che hanno conquistato due Mondiali Under 18 di fila, possano misurarsi e crescere”.
Limitare le straniere, argomenta il massimo dirigente della Lega ,significa, anche  “precluderci la possibilità di crescere, a svantaggio della platea crescente degli appassionati e del ruolo del volley italiano nel mondo. Pensare all’autarchia provocherebbe un insostenibile aumento dei costi per i Club. lo sono convinto che i nostri sponsor e i proprietari dei nostri club, di fronte alla limitazione nell’ingaggio di atlete straniere, ridurrebbero gli investimenti, con un impoverimento generale del movimento. Insomma l’autarchia va evitata, perché non è vantaggiosa e certo non ci potrà far vincere medaglie olimpiche”.

Redazione

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