Esorcismo sulla 13enne, arrestato Don Michele Barone coi genitori della giovine
Nel corso della mattina odierna, la Squadra Mobile della Questura di Caserta, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di:
- BARONE MICHELE, nato a Caserta il 20.2.1976, sacerdote appartenente alla diocesi di Aversa – attinto dalla misura cautelare della custodia, in carcere;
- SCHETTINO Luigi, nato a Caserta il 28.5.1978, dirigente della Polizia di Stato – attinto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari;
- TRAMONTANO Cesare, nato a Maddaloni il 26/10/1967 – attinto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari;
- CARANGELO Lorenza, nata a Maddaloni il 25,2.1970 – attinto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari;
Le indagini, dirette dalla Procura e affidate alla Squadra Mobile della Questura di Caserta, hanno consentito di stigmatizzare un contesto criminale inquietante, che vede quale protagonista il sacerdote Michele BARONE, appartenente alla diocesi di Aversa. Questi, agendo senza l’autorizzazione del Vescovo diocesano e, dunque, in totale spregio delle regole e delle prescrizioni dell’organizzazione clericale, ha perpetrato su numerose donne – tra le quali la minore T.A. e la giovane C.R. – medievali e brutali riti esorcisti, le cui modalità esecutive hanno concretizzato la
realizzazione delle fattispecie incriminatrici della violenza sessuale aggravata e dei maltrattamenti in famiglia.
In particolare, il BARONE, ingenerando nelle giovani donne la convinzione di essere possedute dal demonio, ha carpito la loro buona fede e le ha sottoposte a trattamenti disumani e profondamente lesivi della loro integrità fisiopsichica, nonché della loro dignità. Infatti, nel corso di “quotidiani” riti di liberazione e purificazione dell’anima, sia T. A., sia C.R., nonché, numerose altre vittime, sono state violentemente percosse, brutalmente ingiuriate costantemente minacciate e costrette a subire, contro la loro volontà, atti sessuali, consistiti in palpeggiamenti in zone erogene, nella sottoposizione forzata a denudazione e nella aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante. Inoltre, sempre su indicazione del sacerdote, le giovani donne sono state costrette a sospendere i trattamenti farmacologici cui erano in precedenza sottoposte per gravi patologie da cui erano affette e, addirittura, sempre a seguito di dictat del prelato, hanno sospeso la normale alimentazione e si sono nutrite, per mesi, con flebo di glucosio e/o latte e biscotti. Le attività investigative hanno consentito, altresì, di accertare la perpetrazione di ulteriori ipotesi di violenza sessuale aggravata, perpetrate dal BARONE ai danni di S.F., la quale, sempre in virtù di una profonda manipolazione psicologica subita a seguito dell’interlocuzione col sacerdote e in evidente condizione di inferiorità fisica e psicologica rispetto allo stesso, è stata costretta, in più circostanze, a compiere e a subire atti sessuali, con la minaccia che, nell’ipotesi di rifiuto, sarebbe stata certamente “punita” dalla Madonna, da San Michele e da altri Angeli e Santi.
Le ordinanze cautelari hanno, altresì, riguardato, TRAMONTANO Cesare e CARANGELO Lorenza, genitori della minore T.A., i quali hanno partecipato a numerosi episodi di maltrattamento,
contribuendo consapevolmente e volontariamente alla realizzazione dei feroci soprusi ai danni della figlia.
TRAMONTANO Cesare, infine, in concorso con il dirigente della Polizia di Stato SCHETTINO Luigi – anch’egli sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari – ha cercato, insieme al BARONE, di costringere la sorella di T.A. a ritirare l’esposto presentato presso il commissariato di Chiaiano e volto a denunciare le gravissime condotte perpetrate ai danni della minore. Lo SCHETTINO, adepto della setta riconducibile a don Michele BARONE, è stato ritenuto responsabile, in concorso, anche dei maltrattamenti subiti da T.A., non avendo impedito il protrarsi della condotta criminosa, pur avendone piena contezza e avendo l’obbligo giuridico di impedire l’ulteriore protrazione dell’evento criminale. Le indagini, sono state condotte attraverso l’escussione di numerose persone informate sui fatti, l’acquisizione di documentazione sanitaria, la realizzazione e l’acquisizione di videofilmati – anche oggetto di servizi di trasmissioni televisive – e intercettazioni telefoniche e ambientali.
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