Mondragone. Politiche, Patalano: “Superare la Buona Scuola per ridare dignità ad alunni e docenti”
“Lavorare per i nostri territori partendo da proposte concrete dedicate al superamento della legge 107/2015: questo uno degli obiettivi principali dell’azione politica di Liberi e Uguali”. È quanto ha dichiarato Antonio Patalano, candidato alla Camera dei Deputati per LeU che, assieme alle tante persone che lavorano al progetto, ha dedicato al tema “scuola” e alle problematiche che la interessano un’analisi approfondita.
“La scuola si configura come strumento strategico nelle relazioni che coinvolgono le criticità del nostro territorio – afferma Patalano –. In un’area come la nostra, infatti, la dispersione scolastica rappresenta un male che amplifica l’emarginazione sociale. La Legge 107, purtroppo, ha prodotto notevoli tagli, soprattutto riguardo le spese per i docenti di sostegno, con la conseguente perdita dei presupposti essenziali per la realizzazione di una vera didattica per l’inclusione. Serve una riforma organica realmente ambiziosa e, aggiungo, in grado di riorganizzare i cicli e ristrutturare le relazioni tra le istituzioni che si occupano di formazione e il mondo del lavoro.
Quella sulla scuola – ha continuato l’architetto – è una battaglia in cui il PD e le destre hanno già ampiamente dimostrato da che parte stare: a favore degli interessi economici e non degli insegnanti. La “Buona scuola” infatti, erede naturale della riforma Gelmini, nasce da interessi distanti da quello della formazione dei nostri giovani: Università private, agenzie di formazione e altri enti “in cerca di profitto”, stanno trasformando l’intero sistema formativo in un mercato dei titoli.
Bisogna, invece, stabilizzare tutto il mondo del precariato, premiando il sacrificio di tante lavoratrici e lavoratori e fornire loro gli strumenti necessari a rendere gli alunni realmente protagonisti della scuola, del loro futuro e del loro diritto a formarsi davvero. L’alternanza scuola-lavoro così come è organizzata – conclude Patalano – limita la mobilità sociale e rischia di essere uno strumento vuoto che tende più a sfruttare che a formare gli studenti”.