Napoli. Ciarambino: “De Luca eletto grazie Iacolare. Ora ha il dovere di dimettersi”

“Per comprendere l’origine del sistema di corruttela e malaffare che emerge dalle videoinchieste di Fanpage.it, bisogna fare un salto a ritroso di due anni e mezzo e piombare alla notte in cui, nello studio a Marano di Biagio Iacolare, fu stipulato l’accordo, con la mediazione del padrone di casa, tra Ciriaco De Mita e Vincenzo De Luca. Un patto da 66mila voti, tanti ne portarono i demitiani alla corte di De Luca per portarlo al governo di questa Regione. Un accordo ricompensato lautamente, con la nomina di Iacolare alla presidenza di Sma Campania, società nata per diventare un modello di efficienza in tema di bonifiche e gestione di emergenza rifiuti, ma che i nominati di De Luca, da quanto emerge dall’inchiesta di Fanpage.it e dalle indagini della Procura, avevano intenzione di trasformare in centro per la spartizione di privilegi e la produzione di mazzette alla maniera della peggiore Tangentopoli. Se questo è l’uomo che ha consentito a De Luca di vincere le regionali, all’attuale governatore non resta altro che dimettersi”. Così la consigliera regionale M5S Valeria Ciarambino.

“Oggi la Sma – prosegue Ciarambino – è diventata un contenitore di indagati per reati a vario titolo. Due per corruzione, il presidente Iacolare e il consigliere delegato Lorenzo Di Domenico, entrambi dimissionari. Un terzo, pure indagato per corruzione, il demitiano Rory Oliviero, che con la società non ha alcun legame, ma che si presenta alla trattativa con l’ex boss dei rifiuti sostenendo di essere egli stesso la Sma. Più ampio il ginepraio di reati contestati a Luciano Passariello, il presidente di centrodestra della Commissione che avrebbe dovuto controllare e indagare proprio sulla Sma. A cui si aggiungono quattro dipendenti della società regionale indagati per peculato, per spese folli da 200mila euro delle quali non c’è traccia di rendicontazione. Questioni che passano nell’indifferenza del governatore, che deve ancora spiegare a che titolo il figlio Roberto, ennesimo indagato per corruzione, tratta per conto della Regione bandi per la rimozione di ecoballe. E nell’indifferenza di un Consiglio regionale, i cui componenti da due giorni rifiutano di firmare la nostra mozione di sfiducia nei confronti dell’unico responsabile politico di questa vergogna”.

Redazione

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