Tecnologia. Commodore rinasce in Italia e annuncia lo smartphone NUS
Chiunque sia cresciuto con i videogiochi negli anni ’80 ha il marchio Commodore tatuato sul cuore. Ma se solo Commodore non fosse scomparsa nel 1994, oggi, cosa avrebbe prodotto? È una domanda alla quale la risposta, strano ma vero, proviene dall’Italia. Nel 2015, su iniziativa dell’imprenditore Massimo Canigiani e di Carlo Scattolini, nasce Commodore Business Machines Ltd, con sede a Londra. La società si assicura i diritti sul marchio in 38 paesi. A pochi mesi dall’annuncio ufficiale, Commodore produce e commercializza il PET, uno smartphone dotato di grande schermo, processore octa- core e software di emulazione per gli storici computer Commodore 64 e Amiga. Il prodotto, venduto esclusivamente online, riceverà diverse recensioni su siti e riviste di tutto il mondo, e andrà presto esaurito.
Fondata da Jack Tramiel e Irvin Gould, l’azienda passerà dal business delle macchine per scrivere a quello delle calcolatrici elettroniche, per poi occupare un posto nell’olimpo dell’informatica grazie agli home computer Commodore Vic 20, C64, e ai personal della serie Amiga. Concluderà il suo ciclo vitale con la liquidazione volontaria dichiarata nel 1994.
Verso la fine dell’anno, la Commodore Business Machines Filiale Italiana commercializzerà il suo nuovo smartphone Commodore Leo, caratterizzato da un’attenta scelta del design e dei materiali. Il telefono è dotato di un processore quad-core e di un display ad alta definizione da 5 pollici. Ma non finisce qui, perché l’avventura della “Commodore italiana” parrebbe destinata a proseguire. L’azienda di Canigiani sta lavorando infatti a NUS, un nuovo smartphone che sveliamo oggi in esclusiva. Il progetto è ancora top secret, ma in questo caso segnerebbe il debutto della nuova Commodore su grande scala con un top di gamma borderless dal design accattivante.
(ANSA)